sabato 4 giugno 2022

Top Gun Maverick - Recensione

Beh, ragazzi, che dire... era il maggio 1983 e io avevo quasi sei anni (essendo di dicembre '76) e il giornalista Ehud Yonai se ne usciva con l'articolo "Top Guns" descivendo la vita di un pilota della marina e un aviatore navale, rispettivamente pilota e RIO (Radar Intercept Officer) della U.S. Navy addestrati a volare su un F-14 Tomcat. Da quell'articolo, che era solo quello, un articolo che parlava di quella giornata un po' strada di Yonai a cui avevano messo il seggiolino posteriore di un F-14 sotto il culo a dodicimila metri d'altezza sulla California.
Da quello, lo sceneggiatore Jack Epps Jr. tirò fuori lo script di Top Gun e il resto è storia. 1986, lo script di Epps e Jim Cash (altro sceneggiatore con cui Epps lavora di solito in coppia) viene trasformato in un film per il cinema, con Tom Cruise come protagonista. Io non ho nemmeno dieci anni e lo vado a vedere: me ne innamoro. Continuo a dire che il mio personaggio preferito sia Mad Max e chi mi conosce lo sa, ma il mio FILM preferito è lui, Top Gun. Quel film dell'86 fa ciò per cui era stato creato: gettare un occhio sulla U.S. Navy e fare arruolare tanti ragazzi nelle sue fila; beh, avrei voluto arruolarmi anch'io ma siccome sono italiano, sarei dovuto andare all'Accademia Aeronautica (e quindi sarei diventato parte dell'Aeronautica Militare, non della Marina). I miei genitori non erano d'accordo, all'epoca, perciò mi persuasero a fare un altro percorso di studi e tutto se ne andò a farsi benedire. La passione, però, mi è rimasta e negli anni mi sono documentato, ho studiato e imparato una grande quantità di nozioni sulla marina militare americana dell'epoca (e anche qualcosa su quella moderna) sui lanci dalla portaerei, sui bulloni d'arresto, sulle catapulte, sulle manovre coi jet eccetera. Conosco gli O'Club, lo slang da aviatore navale e parecchie delle procedure di sicurezza sulle portaerei o delle procedure pre-volo e voglio, prima o poi, volare su un fighter jet e magari, chissà avendo i soldi in futuro, prendere il brevetto di pilota sui piccoli aerei da diporto. Top Gun dell'86 come film non era il massimo, perché quasi non aveva una trama ed era solo una lunga e adrenalinica pubblicità sulla U.S. Navy. Ebbe talmente tanto successo che si pensò subito a un seguito che per varie controversie non venne mai girato all'epoca (e menomale, altrimenti sarebbe stata una cazzata immane). La Marina aveva nuovi sistemi d'arma che non voleva sbandierare in pubblico e altri problemi. Quando seppi che avrebbero girato, nel '20 o '21, il seguito, rabbrividii, perché pensai sarebbe uscita fuori una gran cazzata. Però Top Gun mi ha sempre intrigato come mi intrigava osservare lo status in itinere di quel fantomatico seguito. Prodotto da Tom Cruise, interpretato da Tom Cruise e così via.
Perché sono andato a vederlo al cinema? Da ragazzo ero un assiduo frequentatore dei cinema ma, da grande e con le piattaforme in streaming (per non parlare della pandemia) vado solo al cinema per cose che mi interessano moltissimo e che voglio vedere sul grande schermo. Ho visto Mad Max nel 2015, Mazinger Z nel 2017, Blade Runner 2049 nel 2019 e ora, bam! Top Gun nel 2022. Sapevo che Tom Cruise non aveva voluto controfigure (come al suo solito) e che non era stata usata CGI. Sapevo che era stato addestrato a volare su un jet e che le smorfie da accelerazione G e tutto il resto, che avrei visto nel film, erano reali. Già questo mi aveva convinto ad andare al cinema per guardarlo ma, in più, Top Gun Maverick ha una trama! E' un film ben scritto, col giusto spazio per i protagonisti, i comprimari e le comparse e, a differenza del primo, ha dei tempi comici. I tempi comici sono ben distribuiti e arrivano al momento giusto; durano il giusto e non rovinano l'atmosfera del film. Il film si prende sul serio in una maniera talmente perfetta da non sembrare un'americanata patriottica o un film di guerra: sembra un pezzo di storia vera di persone vere, come me e voi. Nel film c'è una missione da compiere, che fa da fulcro attrattore per tutti i personaggi, una missione che è importante ma che non ruba la scena a nessuno. I nemici sono volutamente anonimi, spersonalizzati e non importa neanche a quale nazione o gruppo di cattivi appartengano, perché devono essere lì per rappresentare la paura dell'ignoto e perché tutto il punto di vista è quello dei piloti che non vengono presentati come superman spacconi americani ma come uomini, coi loro difetti e con la loro volontà per colmarli. C'è anche qui lo spaccone, ma è così umano che gli si vuole bene. Tom Cruise è talmente nel personaggio e il personaggio è così ben rappresentato che, conoscendolo, ho previsto una o due sue scelte... non perché fosse prevedibile, ma perché mi pareva di guardare un mio amico, uno che conosco bene e che so che in quella data situazione farà questo invece di quello. Era umano e non un freddo ingarbuglio di scritte monodimensionali buttate giù da uno sceneggiatore. Aveva la sua "voce", i suoi modi di fare peculiari e così via.
Tutti sono ben caratterizzati, per il tempo che calcano lo schermo, tutti. Ed Harris fa una comparsata nei panni di un ammiraglio che prende Maverick per le orecchie. Beh, per quei dieci, quindici minuti, Ed Harris è uno spettacolo e così lo è Jon Hamm, che interpreta l'ammiraglio che assegna a Maverick la missione di cui parlavo prima. Jon Hamm sta nel film esattamente quanto deve, non un minuto di più, non uno di meno e il suo personaggio non ha sbavature, è incisivo quanto basta e non va nel dimenticatoio.
Stessa cosa per Jennifer Connely. Anche il cameo di Val Kilmer è studiato abbastanza bene, anche se forse è la parte più debole del film, ma mi ha fatto piacere rivedere Tom Kazansky, cioé Iceman. I piloti che Maverick addestra, compreso il personaggio di Miles Teller, che veste i panni del figlio di Goose, hanno il loro giusto tempo sullo schermo a seconda che siano presonaggi principali o secondari (perdonate il gioco di parole). Insomma, vi dico che perfino mia moglie, a cui non piace questo genere di film e a cui non piace Tommaso Crociera nato a Siracusa, ha detto che è un bel film.
Vedere gli F-18 in azione è bello e anche sentire che sono caccia vecchi, di generazione obsoleta, che non possono competere contro quelli di quinta generazione che ha il nemico e che in caso di combattimento, sarebbe meglio scappare. Anche l'artificio con cui agli americani è impossibile mandare una squadriglia di tecnologici F-35 (anche loro caccia di quinta generazione) a fare la missione è azzeccato, perfetto e verosimile. Ragazzi, che dire! Nel 2015 George Miller ci aveva mostrato come si faccia un film d'azione, colpendoci con Mad Max Fury Road. Nel 2022 Tommaso Crociera ci mostra cosa si prova a volare a Mach 10 su un vecchio F-18 assieme ai nostri gregari. Poi, volete mettere riascoltare "Danger Zone" di Kenny Loggins? Sono felice che gli anni '80 stiano ritornando, perché sono i miei anni, sono gli anni che amo e che mi è dispiaciuto lasciare. Saludos!