giovedì 18 giugno 2020

Contatto - racconto di fantascienza

NdA: questo racconto mi è stato ispirato dal cartone animato "Cristoforo Colombo", dopo la cui visione mi sono posto delle domande... ecco il perché dell'immagine in "copertina"


Era stato avvistato un oggetto nell'orbita lunare, un oggetto che, due giorni dopo, si avvicinò rapidamente alla Terra. Gli osservatori lo videro dividersi in tre e i satelliti ne intercettarono il segnale.  
Ai notiziari dissero che si era sempre trattato di tre oggetti, visti come uno solo data la distanza. Le principali potenze mondiali si prepararono come se stessero andando in guerra.  
I notiziari, nelle ore successive, dichiararono che non si trattava di asteroidi, ma di oggetti in grado di cambiare rotta da soli e in maniera repentina.  
La stazione spaziale internazionale mandò la prima immagine alla Terra: gli oggetti erano dischi volanti grandi, ciascuno, come una metropoli. 
Sulla stazione c’erano due equipaggi di tre persone: due cosmonauti russi, un astronauta italiano e due astronauti statunitensi. L’italiano era, per quel turno, il comandante in capo.  
I dischi si fermarono in orbita bassa terrestre e, da ognuno, si staccarono navicelle più piccole, tre per la precisione, che si diressero verso la ISS. 
«Stanno attraccando» disse uno degli americani.

sabato 13 giugno 2020

Dialogo - racconto horror

foto presa da deviantart di cjheery. originale qui



Pioveva e Gianni e Luca parlavano del più e del meno, nella classe della vecchia scuola elementare. Erano sdraiati sui banchi, che avevano coperto con un sacco a pelo, e guardavano il soffitto, ridendo come scemi.
Pioveva. Le gocce rigavano le finestre e lo scoppio dei tuoni attutiva il lamento dei morti, là fuori. Erano tanti, i morti. Tutta la città era morta. Se ne stavano in piedi, sotto l’acqua, a dondolarsi adagio e a lamentarsi con quel loro verso straziante. Se sentivano l’odore di carne umana, però, si risvegliavano: venivano percorsi da una scossa e ti si lanciavano contro. Erano stupidi, erano come macchine progettate solo per mangiarti, punto e basta.

lunedì 8 giugno 2020

La macchina del dottor Adrocchi (doctor Adrocchi’s machine) - racconto sci-fi

deviantart di artofmonkfish link originale qui


Il dottor Adrocchi accese la telecamera digitale e si mise davanti all’obiettivo. Era un uomo di trent’anni, molto bello, con la barba di una settimana, i capelli neri e indossava un camice bianco sopra i jeans e la t-shirt.
«Ho costruito la macchina del tempo.» disse, con un sorriso. Ci pensò su e andò a far ripartire la registrazione.
Si rimise davanti alla telecamera.
«Sono il dottor Paolo Adrocchi, ex-docente del CALTECH, ex-tecnico della NASA, ex-tecnico del CERN ed ex-marito.» Rise e fece ripartire la registrazione.
«Sono il dottor Paolo Adrocchi e questa, che vedete alle mie spalle, è la macchina del tempo.» Indicò una specie di frigorifero smaltato di rosso, pieno di tubi, cavi, ventole.