mercoledì 24 luglio 2013

La mela è la Terra - racconto




Di pomeriggio, quando tutti dormivano, il bambino s’annoiava e voleva giocare. Spesso, allora, dopo che la mamma l’aveva messo a letto, lui saltava in piedi e camminava per la casa silenziosa.
Era una grande e bella casa, con le persiane di legno chiaro bloccate da piccoli oggetti che il nonno chiamava “Anitaegaribaldi”. Si trattava di teste in ferro montate su una sorta di perno. Si bloccavano e sbloccavano, trattenendo le ante delle persiane.
Durante il pomeriggio, al bambino non era permesso di uscire. Il papà aveva detto che bisognava stare dentro. Lui allora si metteva dietro le persiane chiuse e guardava le lame di sfolgorante luce entrare dalle scalette.
Dentro quei fasci c’erano una miriade di cose piccolissime che il bambino chiamava “pelucchi”; sembravano nuotare nell’aria, lentamente, per poi svanire una volta usciti dai confini del fascio.
Quel giorno, si mise a disegnare.
Mise un bel foglio bianco – come gli piacevano i fogli bianchi! – sul tavolo da pranzo e afferrò dalla solita mensola l’astuccio delle matite. Ne scelse una e pensò a cosa avrebbe disegnato.
Frattanto, dall’altra ala della casa, spuntò il nonno. Era un uomo robusto, che il bimbo aveva sempre visto in camicia e jeans.
Aveva degli splendidi occhi azzurri e un naso bello grosso. La forma del volto ricordava quella del papà, ma la bocca era diversa, più sottile.
Nel vederlo, il nonno sorrise. «Qua sei?» domandò. Il suo tono era come un alito di vento brioso che da leggero si trasformi in una corrente fresca, d’aria di mare.
«Che fai? Disegni?» chiese al bambino.
Lui annuì «Però non so cosa.» disse. «Forse disegno il Sole.» aggiunse. Il nonno sorrise e si sedette.
D’un tratto il bambino lo guardò. «Nonno,» chiese, «com’è che c’è il giorno e la notte?»
«Com’è?» fece il nonno. Poi prese una mela rossa dal cesto di frutta in mezzo al tavolo.
«Si, com’è?» disse il bambino.
Il nonno alzò la mela, tenendola nel palmo della mano bianca, dalle ossa fini. «Immagina che l’indice della mia mano sinistra sia il Sole.» disse, muovendo la mano libera. Con l’altra fece ruotare la mela. «La Terra gira,» disse, «e il sole rimane nello stesso punto… non è proprio così, ma ti aiuterà a capire.»
Con l’indice della sinistra, puntò la mela, che intanto girava. «Ora pensa: noi siamo su una delle facce della mela e questa gira, perciò ad un certo punto, ci troviamo illuminati dal Sole, ma… »
«Ma dopo, no!» disse il bambino, spalancando gli occhi.
Il nonno sorrise. Il bimbo gli guardò i capelli, quei bellissimi fili bianchi, sempre pettinati all’indietro.

fine

1 commento:

  1. Ovviamente non l'ho scritto adesso: non ne avrei avuto il tempo.
    Risale al 2010 e fa parte di una serie di esercizi di scrittura che mi ero messo a fare. Ne ho altri così.
    Li ho ritrovati oggi guardando tra le mie vecchie cose.

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