venerdì 30 agosto 2013

Sussurri - un racconto su Conan il Cimmero


 
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Conan fu distratto dallo sbattere di una porta.
Apparve un prete di Mitra dal monastero sulla strada per Numalia. Il suo incedere rapido e le sue vesti pratiche facevano da contrappunto all’opulenza dei nemediani, al fasto delle loro ville e alle acconciature stravaganti delle donne. Il prete venne raggiunto da un sergente e due guardie. Era notte e i fuochi della festa di primavera ardevano senza posa per le strade, mentre vagabondi e saltimbanchi facevano i loro numeri attirando capannelli di curiosi. Conan, sfruttando la temporanea assenza di coprifuoco, aveva deciso di rapinare il monastero. Si diceva che l’abate Neid possedesse una collezione di uova di vetro. si diceva che alcune di quelle uova fossero addirittura di diamanti. Ce n’era poi una che i ladri di Numalia assicuravano essere ricavata da un unico diamante ed essere grande come un uovo di struzzo. Conan non aveva mai visto niente di simile, ma era lì per verificare. Se avessero detto il vero, i ladri si sarebbero meritati un giro di birra a spese sue.
Non seppe che cosa, nel prete, riuscì a distoglierlo dai suoi propositi, ma sentì l’impulso di seguirlo. E lo fece. Si tenne nell’ombra o dove la folla era più concentrata: aveva indosso semplici abiti scuri, di cuoio, molto pratici. Portava una sacca di cuoio, una daga e un minuscolo coltello. Niente che non passasse inosservato quella notte.