Ancora pioggia. Lucio guardò
fuori dalla finestra: c’era una cappa nera, divisa dalla terra per mezzo d’una
striscia di cielo azzurro. Ai margini alti del cielo si vedeva un’aura dorata. Coni
neri, esili, cadevano dalle nubi come lacrime e finivano sulla terra,
incorniciati da sfondi grigi di cateratte colossali e lontane.
Lucio sentì freddo e,
rabbrividendo, tentò di dominarsi, di non cedere allo sconforto.
Quando di un fenomeno
nuovo parlano tutti i media è preoccupante, ma quando non ne parla più nessuno
è peggio.
Cinque anni senza
primavera, né estate: erano raccolti in un trafiletto in fondo al giornale. Sulla
prima pagina si parlava P. Land.