il
presidente degli Stati Uniti esaminava la bozza della riforma sanitaria, quando
ricevette una chiamata sulla linea rossa. Corrugò la fronte e alzò la cornetta.
«Signore,»
sentì la voce di Jeff MacAllister, il generale a capo del NORAD.
«Mac?
Che succede?»
«Una
comunicazione dalla ISS: hanno avvistato degli oggetti non identificati in
avvicinamento alla Terra.»
«Capisco.»
mise giù la cornetta e schiacciò un pulsante sulla scrivania.
«Reggie,
chiama tutti. Riunione d’emergenza.»
«Sissignore.»
Il
presidente rilasciò il pulsante e guardò il cielo azzurro attraverso la
finestra, poi si alzò, sistemandosi la gonna del tailleur, e uscì dalla porta. Il
marine di guardia le fece il saluto e un agente dei servizi segreti le si
affiancò, dicendo, al microfono:
«Eagle
One in movimento.»
Percorsero
il corridoio e girarono a destra, fermandosi davanti a un ascensore. I ritratti
di Washington e Jefferson li guardavano dai loro occhi dipinti secoli prima.
L’ascensore
li portò cinque piani più sotto, direttamente ad una sala con due soli accessi.
La sala aveva un tavolo rotondo di mogano e un sofisticato sistema di audio-conferenze.
Sulle sedie erano già seduti i comandanti in capo di ciascuna branca delle
forze armate, più Reggie O’Hara (il segretario di stato), il ministro della
difesa e il direttore della NASA.
«Signori,»
Il presidente salutò con un cenno e prese posto.
«Il
generale MacAllister mi ha appena riferito qualcosa di preoccupante.» Li guardò
a uno a uno e poi passò a guardare lo schermo. Proprio in quel momento, il viso
del generale MacAllister comparve.
«Signor
Presidente, signori,» disse, «il nostro equipaggio sulla ISS ha avvistato un
gruppo di UFO mezz’ora fa.»
Ci
fu un borbottio di disapprovazione, che il presidente zittì con un gesto.
«Continui,
Mac.»
«Sissignore.
Abbiamo sei oggetti di grandi dimensioni, circa un miglio di lunghezza
ciascuno, e un nugolo di oggetti più piccoli.»
«Ma
che dice?» lo interruppe il capo della forza aerea, «Non è possibile che si
siano sbagliati?»
«Ci
hanno trasmesso le immagini.»
«Trasmesso?
Vuol dire che anche l’equipaggio russo le ha acquisite e trasmesse a Mosca?»
domandò il capo della forza aerea.
«Signori,»
disse Mac, «guardate voi stessi.»
Fece
apparire un’immagine sullo schermo.
«Cos’è,
uno scherzo?» domandò il capo dell’esercito.
Nel
vuoto dello spazio, si vedevano avanzare sei enormi oggetti a forma di triangolo,
con le punte rivolte verso la Terra.
«Dove
ho già visto quelle navi?» chiese il capo dei marines.
Si
girò il direttore della NASA, un uomo magro, biondo, con gli occhiali e una
camicia bianca a maniche corte.
«In
Guerre Stellari, generale,» disse, «Quelli sono Star Destroyer.»
«Decisamente
uno scherzo» reiterò il capo dell’esercito.
«Star
Destroyer dice?» proseguì quello dei marines.
«Sì,
in forza all’Impero Galattico» spiegò il direttore della NASA.
«Signori,
vi prego,» MacAllister riprese la parola, «temo non sia tutto. L’ISS ha
ricevuto anche un messaggio sul loro canale.»
«Un
contatto?» domandò il capo della marina.
MacAllister
annuì.
«Ve
lo trasmetto all’istante» disse. Il suo viso fu sostituito da una figura a
mezzobusto, che indossava una specie di elmo nero, con tanto di maschera, e che
respirava come se fosse attaccata a qualche macchina.
La
bocca era un triangolo, con minacciose barre verticali, e gli occhi, due bulbi
neri, lucidi.
Parlò
in inglese, ma con uno strano accento, quasi arcaico.
«Governi
della Terra, sono Darth Vader, a capo della flotta imperiale. Vi domando di
consegnarci lo jedi traditore George Lucas o il vostro mondo sarà annientato.»
Mac
fermò l’immagine sulla maschera nera.
«Darth
Vader? Ma che assurdità!» disse più di un generale.
«Abbiamo
già verificato e sia le immagini che il video sono autentici» disse il
direttore della NASA.
«Che
speranze contro quelle navi?» osò domandare il capo dei marines.
«Se
sono come quelle dei film, nessuna» disse il direttore della NASA, «la loro
superiorità tecnologica è schiacciante.»
L’altro
uomo annuì e guardò il presidente.
«Signore,
ci resta una sola opzione» disse.
La
donna annuì, guardò il segretario di stato e disse:
«Reggie,
troviamo questo George Lucas, subito!»
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