Recensione - Speranza perduta di Moreno Pavanello

Questo è il nuovo spin-off del Moro (è il Moro che vi parla! Sua mitica frase) in merito a 2 Minuti a Mezzanotte, round-robin ideata da Alex Girola.

Cominciamo con la veste prettamente grafica: mi piace la copertina del barcone pieno di profughi; mi piace il font utilizzato sia sulla cover che all'inizio dei capitoli.

E poi il resto.


Il Moro qui scrive con uno stile fluido e diretto, senza mezzi termini nè descrizioni inutili. Ti fa vedere quel che devi vedere per capire la storia, punto.
Ti fa osservare il mondo attraverso gli occhi di Amhid, protagonista.
Beh, ci sono due Amhid, in effetti. Il primo è relegato con suo figlio Sayf - che vuol dire "spada" - vicino al bordo di una carretta del mare e aspetta che un miracolo - leggi motovedetta italiana - individui l'imbarcazione e la porti in salvo prima che a bordo i profughi si mettano a litigare e i più forti comincino a buttare a mare i deboli.

L'altro Amhid è in Libia e ha una famiglia. E' d'estrazione povera, ma in procinto di migliorare un pochino la propria esistenza quando una casa editrice vuol pubblicare un libro scritto dalla moglie Hayaam.

E poi?

E poi Amhid va a combattere con i ribelli contro l'esercito di Gheddafi perché o sei con i ribelli o contro: non c'è via di mezzo.
Gli mettono in mano un fucile mitragliatore - di cui non sa neanche il modello anche se io sospetto sia un Ak-47 - e gli assegnano delle zone da attaccare o difendere.
Assieme ai suoi fratelli.
E Amhid un po' si diverte a fare l'eroe, a schiacciare il grilletto, a sventagliare colpi a casaccio.

Fino a quel lunedì di cui parla sempre.

Bellissimo l'ingresso del Super impazzito e l'ipotesi "lampedusiana" che fa Amhid.

Molto suggestivo il finale col Deus Ex Machina più bizzarro che io abbia incontrato fino ad ora - e non sto dicendo un'esagerazione.

Nuota Amhid, nuota!