domenica 31 marzo 2013

Hai finito di spendere soldi per comprare libri di m*****a che c'è da pagare il condominio? - recearticolo

buona appasqua . bonne appasque . gutten apfaskwein . buena apascua . dobrego apasrzjkuego


Allora,
buona Pasqua ai miei lettori :)

I pochi soldi che spendo per i cazzi miei - da quando mi conosce la mia compagna non mi ha visto comprarmi un capo d'abbigliamento nuovo per esempio - li spendo per i libri.
Pochi, pochi soldi, perché, per fortuna, la biblioteca di mio padre è talmente vasta che ogni giorno trovo qualcosa di nuovo e del mio genere.

Però ...

recentemente ho comprato, tutti e tre assieme:

Il tempo della guerra - Andrzej Sapkowski

Diario di un sopravvissuto agli zombie - Jason L. Bourne

Le brigate fantasma - John Scalzi

sabato 30 marzo 2013

Perché l'hai fatto? - ovvero: come ho scritto "Il castello di Don Manuel"


Che dire?

Ci sono tra di voi amanti dei western? No?
Tutti casa, chiesa, manga, nerd e geek? (sì, sì, robot d'acciaio). Ma che c***o vorrà ddi' poi 'sto geek?
Ah, questo non è un easter egg: mado' sta definizione non la sopporto!
Non è un ovo de pasqua!

Conoscete gente come Louis L'Amour o Zane Grey?
Non ve ne faccio una colpa! Anzi, vi do l'opportunità di conoscerli attraverso quei link lì.

Louis L'Amour
Come mi succede spesso, quando penso di scrivere una storia (e come voi scrittori anche io sento il bisogno di scrivere in ogni momento) e mi fisso su un genere, mi metto a fare ricerche su ricerche, studio le possibili trame, faccio bozze mentali dei personaggi, finché:

A: scrivo una cagata
B: mi va in fumo il cervello

venerdì 29 marzo 2013

epilogo - Il castello di Don Manuel - miniserie western






epilogo.      La resa dei conti
C’era una scala a sud e, più in là, un carro di fieno. Seth avrebbe potuto usare una o l’altro per scendere, ma si sarebbe trovato allo stesso livello dei rurales e con una gamba malandata, in più.
L’ideale era calarsi sul tetto di una delle baracche di legno e da lì sfoltire i ranghi nemici.
Da fuori, sentì arrivare dei cavalli al galoppo. La maggior parte degli uomini si spostò verso l’ingresso per andare a vedere.
Solo i due sulla scala stringevano le pistole, cercandolo con lo sguardo.

giovedì 28 marzo 2013

4. Il castello di Don Manuel - miniserie western







4.      Il castello di Don Manuel
Quelle rocce le aveva messe il Buon Dio per nascondere un uomo.
Erano lì da miliardi di anni; avevano visto gli oceani, la vita, la morte e il deserto. Ora brillavano per la luce della luna.
Sul carrizo scivolava l’odore dei cavalli e dei rurales. La notte portava le chiacchiere degli hombre.
Seth si sporse appena e studiò il “castello” da quell’angolazione. Era una piccola fortezza circondata da un muro di pietra al cui interno – gli aveva detto Ramirez – si trovavano degli edifici in legno e una casa padronale a due piani.
Don Manuel era in massima allerta: due uomini stavano di guardia al portone, chiuso. Sui camminamenti del muro, Seth vide la luce di un sigaro.

mercoledì 27 marzo 2013

3. Il castello di Don Manuel - miniserie western







3.      Ciudad Saguaro.
Seth mise l’ultima pallottola e chiuse il tamburo della pistola. Era una Colt Navy col calcio pieno di tacche. Il gringo ne contò nove per l’esattezza. Forse erano i peon che quel bastardo di Esteban aveva ammazzato.
All’alba lasciarono i cadaveri agli avvoltoi e presero due cavalli.
«Sapete usare il fucile?» domandò Seth a Esmeralda. Ella annuì. Seth le passò un fucile; tenne per sé la doppietta (ormai scarica) e un altro fucile. In tutto avevano sedici colpi.
E due coltelli.
«Ciudad Saguaro è laggiù,» disse Esmeralda a Seth, indicandogli il sole.

martedì 26 marzo 2013

2. Il castello di Don Manuel - miniserie western







2.      Bienvenida a casa!
La hachienda si materializzò come un’aurora boreale bianca. Seth e Esmeralda stavano superando un piccolo barrial quando videro le mura.
Era tutto stranamente silenzioso, come se là dentro non si aspettassero un assalto di Don Manuel.
Seth mandò a mente la grande casa colonica, gli alberi rinsecchiti con fiori color magnolia e il piccolo campanile dipinto di bianco.
Giudicò la hacienda costruita a modo dal punto di vista strategico. Sicuramente meglio della banca di Abilene che aveva rapinato.
Poi vide i battenti del portale divelti e sgranò gli occhi.

1. Il castello di Don Manuel - miniserie western




"La Calma" di Harper Jaten. Originale reperibile qui



1.      La señorita in pericolo
Abilene era lontana quattrocento miglia e due cavalli. Seth Corbin aveva sparato all’ultimo dalle parti di Odessa. Quello sui cui era in sella aveva bisogno d’acqua e riposo.
Il sole affondò nel cielo lasciando come un incendio laggiù, verso la California. Seth guardò le ombre dei saguaro sdrucciolare diventando lunghe come uomini e sentì l’odore della terra e delle corone di carrizo.
Aveva bisogno d’un piatto di fagioli e due labbra rosse. Anche una pistola gli avrebbe fatto comodo. Alla cintura aveva un coltello da scotennatore.
Il cavallo stronfiò e nitrì, fiutando l’aria. Subito dopo, Seth sentì un urlo breve, rabbioso, femminile.

giovedì 21 marzo 2013

Piglia una foto e facci un racconto; tira un dado e compila la scheda



Piglia una foto e facci un racconto!
Specialmente quando fuori c'è il sole.
Sono metereopatico (si scrive così?) e quando il tempo è brutto, c'è neve, grandine, pioggia, nebbia, buio eccetera, mi verrebbe voglia di mettermi in una vasca d'acqua calda e tagliarmi le vene.
Dovrei vivere alla Hawaii - non mi ci farebbero mai entrare - o in Sicilia - e di cosa? non c'è lavoro.

Hawaii: qui sì che la mia creatività andrebbe a mille!
Quando fuori splende il sole, però, mi vengono tante idee e mi torna la voglia di scrivere.
Scrivo ogni giorno, per tenermi in esercizio. Scrivo molte cose che non pubblico e che divengono semplici esercizi, senza i quali il mio stile sarebbe rimasto com'era anni fa.

mercoledì 20 marzo 2013

La strana giustizia del cadavere parlante - racconto fantasy




Aula del tribunale.
Città di Eru.
Regione di Ketaia.
Regno di Targoria.
Giorno 22. Mese di Chet.

Parte della trascrizione del processo a:
Lankh di Porta di Tral,
mercenario,
ex-capitano dell’esercito reale.

Trascrizione eseguita dal segretario Neid Aro,
mago reale, in servizio presso l’aula su richiesta del burgravio d’Eru,
Sua Grazia Ella Erben Jarn dei Jarn d’Eru.

«non ho ucciso Manevo, vostro onore,» disse Lankh, alzandosi in piedi e allargando le braccia.
«perché non hai i polsi legati, ribaldo?» domandò il giudice. Lankh stette bene attento a non sorridere e indicò i carcerieri dai lunghi giachi:
«hanno servito sotto di me in battaglia. Vi prego di perdonarli.» disse.
Il giudice si massaggiò le palpebre:
«Manevo è morto e tu hai l’arma del delitto.» disse, «parlare non serve.»
«Vostro onore, io ho – è vero – l’arma del delitto, eppure non l’ho usata per uccidere Manevo. In effetti, nessuno l’ha usata per ferirlo a morte materialmente.» spiegò Lankh.

venerdì 15 marzo 2013

L'assassino e l'invasore - racconto di fantascienza





Peyton impugnò l’ustore e fece un balzo verso il nemico. Il suo unico biglietto di ritorno, lo yacht, galleggiava sulla superficie scabrosa dell’asteroide. L’astronave nemica, invece, gli fluttuò davanti in mille pezzi, seguita dal corpo di Flora. Quel bastardo aveva ucciso Flora a tradimento: una breccia nel casco fatta dall’ustore e sua moglie era congelata a morte. Il metano liquido era uscito dal casco in tante sferette gialle.
Flora sarebbe rimasta lì come uno spaventapasseri attaccato all’asteroide, se Peyton non le avesse distrutto le suole magnetiche con l’ustore. Un gesto di misericordia, che però aveva permesso all’assassino di darsi alla fuga.

martedì 5 marzo 2013

Mi perdo in Porta Garibaldi e trovo Cosmolinea B-1

ecco io sono sceso dal davanti ...
Hola a Todos!

La settimana scorsa sono uscito dalla parte sbagliata del treno.
Un attimo, andiamo con ordine.
Prendo un treno che si ferma a Porta Garibaldi, dopodiché prendo il passante ferroviario. Un mio amico mi ha insegnato che, per evitare di attraversare tutta la stazione (e prendere il passante in tempo) dovrei uscire dalla testa del treno e dirigermi verso uno degli ultimi sottopassaggi; poi da lì sarei a cavallo, dopo due rampe di scale discendenti, mi troverei al binario sotterraneo, pronto a prendere il treno.