martedì 22 ottobre 2019

Cos'è che separa noi da loro? - pensiero





Me lo sono chiesto.
Cosa separa noi dagli scrittori venduti a manetta in libreria, dagli scrittori di bestseller, o anche, magari, parlando di musica, dai cantanti di sulcesso?


Eh...


Prendiamo gli scrittori...


Una volta, un amico mi ha detto che gli avevano detto che "la fantascienza non si vende in Italia".
Questa frase mi ha dato una mazzata. Mi sono ripreso, poco dopo, pensando che "chissenefrega! non ha detto che non bisogna scrivere fantascienza, ma solo che in Italia non si vende".


cesso




Ho pensato: ma tanto io, anche se scrivessi libri di cucina (che, a quanto pare, sono la cosa che va di più come lettura in Italia) non venderei che al massimo dieci copie! Quindi, tanto vale che scriva libri di fantascienza. No?


Eh, la fantascienza è la mia vita! Non ce n'è. Non riesco a scrivere d'altro. In ogni boiata che penso, ci metto dentro almeno un filo di fantascienza. Non riesco a stare senza!


"FANTASCIENZA! NON RIESCO A STARE SENZA!"






Per me, "fantascienza" ha un'accezione ampia, eh! Include il genere apocalittico, post-apocalittico, sovrannaturale, orrore, viaggio nel tempo, fantascienza hard, soft e via dicendo.


Mah, secondo me, per diventare (in Italia) scrittore di successo o di bestseller o tipo che campa coi libri o che arrotonda, per saltare il fosso che separa noi da loro devi essere:


giornalista.


Cazzo, tutti quelli di successo sono giornalisti o sono stati giornalisti o sono iscritti a sto albo dei giornalisti o quel che è.


Questo è quasi un assunto.


Poi, devi essere (ma non ne sono del tutto sicuro di 'sta cosa) di sinistra. Anche se sei apolitico, ti devi un pochino buttare a sinistra o dire qualcosina di sinistra.


Poi, una volta che sei giornalista, devi essere amico degli amici e far sì che gli amici puntino su di te.
Perché io credo che gli scrittori di successo, ossia LORO, ossia i diversi da NOI, trascendano l'uomo e siano delle AZIENDE.


Sulle aziende si punta, le aziende vengono rette dagli azionisti, dal board of governors. Pensate che le case editrici spendano milioni di euro puntando sul libro di uno di noi (che può essere bravo o meno, eh!) per pubblicarlo?


Le case editrici grandi (anch'esse aziende, ovviamente) devono avere una strategia di mercato, altrimenti vanno in perdita e vengono vendute. La strategia potrebbe essere prendere un amico degli amici che può far vendere bene (anche sconosciuto al popolino, ma sempre amico degli amici, eh!) fargli una "campagna elettorale" della madonna (anche in finta sordina, ma sempre della madonna), pianificare tutto a tavolino. Ma tutto!
E poi farlo uscire come "caso letterario", magari a valle di tot concorsi opportunamente vinti.


Per dirvi che: quando girano soldi, le aziende non lasciano niente al caso.


Cos'andrà in Italia?






Ma i libri di cucina, o i libri scritti dai personaggi famosi, come i politici, i calciatori, gli influencer e 'ste robe qua.


Se proprio l'italiano vuole leggere narrativa, e lo fa solo quello che va un po' più in là dell'italiano medio (d'ora in poi IM) si compra il giallo.
Ma il giallo deve avere questi crismi:


Il commissario maschio, di sinistra, ma apolitico, disilluso, senza legami.
L'ambientazione rigorosamente a Milano o in Toscana o nei paesini del centro Italia.
Il salame.
Il padre o il nonno o lo zio che hanno combattuto con i partigiani. Tonnellate di riferimenti al cibo e alla guerra.
Mignotte varie ciulate e abbandonate.
Il vino.
Il fatto di non voler fare il sessista, ma di fatto di esserlo.
L'aria di ineluttabile sfiga da fine del mondo che grava sull'Italia letteraria.


Io, piuttosto di leggere ancora una roba del genere, mi leggo il retro dell'etichetta della bottiglia d'acqua che ho davanti adesso.


il salame




Ah, stessa cosa per il cinema italiano, eh! Esso è imprigionato (ergo: magari la gente le idee fighe le ha, ma non gli danno la graniglia per realizzarle) in cose caciarone, amori tormentati, salame, vino, mignotte, città notturne, violenza, ancora qualcosina di mafia, procuratori, ispettori, mignottori, tipe a cui piace il tipo a cui piace l'altra tipa a cui piace lo zio del tipo della prima tipa e cose che, piuttosto che guardarle, mi metterei a leggere l'orario in basso a destra sullo schermo di Windows.


E attenzione, questa non è una lamentela per me, eh! Non dico che dovrebbero pubblicare me, invece, o che io sono un figo, che scrivo cose che valgano la pena di essere pubblicate, e via dicendo.
No.
Io scrivo, ma molto spesso scrivo cagate.


Invece di sono vagonate di scrittori che si meriterebbero un posto in prima fila in libreria, pubblicati da una grossa casa editrice (Alessandro Girola, per dirne uno) e vi spiego perché...


Perché, attraverso di loro, attraverso i loro libri, potremmo CAMBIARE il modo di pensare della gente! Potremmo aiutare i nostri connazionali. Potremmo migliorare il lettore, il lettore medio. Questi due soggetti potrebbero, a loro volta, influenzare positivamente il pensiero e le vedute dell'IM che, a sua volta, potrebbe influenzare il pensiero e le vedute dell'ignorante, del buzzurro, del tamarro, del coglione, di quello che, respirando, ha un impatto talmente nocivo sul mondo da rubarci aria che sarebbe preziosa per noi o per gente che potrebbe avere un impatto positivo sul mondo, okay?


Saludos!

4 commenti:

  1. Poi però c'è anche chi come me non ama proprio la fantascienza, se non in qualche lontana declinazione.
    O il giallo :D
    Però capisco il tuo discorso, ma è chiaro che una casa editrice vuole garanzie. Tuttavia ogni tanto esce fuori qualcuno non dei soliti giri :)

    Moz-

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    1. Io, per esempio, non amo il giallo, né il noir, né il poliziesco. Amen.
      A te che genere piace?

      Saludos!

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    2. In letteratura amo quello che oggi si definisce "slice of life"... diciamo storie quotidiane, magari attuali, anche senza alcun fine specifico. Tra racconti di formazione e vita di tutti i giorni.
      Per il resto preferisco leggere o racconti o saggi o libri di analisi sulle mie opere preferite.

      Nel cinema, tranne il fantasy spinto e la fantascienza, vedo più o meno tutto :)

      Moz-

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  2. Leggendo quello che dicono diversi scrittori che si autopubblicano, pare che di questi tempi, sia la cosa migliore. L'autopubblicazione, intendo. O si riesce a farsi pubblicare da una mega casa editrice, che si sobbarca l'incarico di fare il marketing adeguato, oppure piuttosto che pubblicare con una casa medio-piccola, è meglio fare da soli. E inoltre ci si detiene i diritti completi della propria opera.
    Comunque sono d'accordo con te sul fatto che è un po' brutto vedere che ci sono scrittori bravi, ma che vengono del tutto snobbati dalle case editrici.

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