domenica 25 settembre 2011

Scena assurda

«Comincerò a pregare cinque volte al giorno, pregherò il Profeta. Volevo un po’ di intimità, di spazio e mi ritrovo qui dove non c’è niente. Sono di Bombay e lì viviamo in cinque o più persone in appartamenti piccoli; spesso non si ha l’intimità di stare insieme. Alcuni allora vanno in spiaggia, non per il mare, ma per stare da soli o con la ragazza.» l’indiano alzò un gigantesco trapano da ghiaccio e lo mise in posizione.
«Ora mi ritrovo qui. È Allah che mi punisce.»
«Non sei da solo, ci sono altre famiglie indù.» disse l’europeo dai capelli biondi.
«Miscredenti! Sono l’unico fedele nei dintorni, e non c’è neanche una moschea! Dimmi, come faccio? Eh? Come?»
«Io sono islamico, lo sai bene Patak.» disse un terzo uomo, basso e dai tratti asiatici.
«Da dove vieni?» gli chiese l’europeo.
«Dal Mindanao.» disse l’asiatico.

giovedì 8 settembre 2011

Il "russino"

Ogni mattina al primo binario sta accucciato il russino. È un tizio sui trenta, di costituzione minuta, sarà alto al massimo un metro e settanta.
In una folla di gente sempre di fretta, che cammina o attende, egli risalta per la sua posizione; infatti il russino sta sempre accosciato come per andare al bagno, ma il ginocchio destro punta verso il basso mentre lui legge il giornale. Ha stile.

lunedì 5 settembre 2011

Il parrucchiere cinese

Oggi sono andato dal parrucchiere cinese. Entro e vedo una sala abbastanza ampia, ma disposta in modo intelligente per sembrare più grande. C’erano sedie di plastica rosse a destra a mo’ di sala d’aspetto; a sinistra invece, la postazione dei parrucchieri: un bancone lungo quanto tutta la parete e sedie girevoli – rosse anche quelle – poste a intervalli regolari. Non ricordo se ci fosse un unico, grande specchio o tanti specchi, uno per ciascuna postazione.
L’odore dell’ambiente è quello acidulo della tintura; c’è qualcosa di caldo che non riesco a idenfiticare.
Davanti a me, oltre all’uomo che mi accoglie, vedo una porta aperta e oltre, una donna cinese china su un lavabo a sciacquare qualcosa. L’ambiente “al-di-la” è spoglio; ricordo solo un pavimento di mattonelle bianche e tanta luce.