giovedì 30 maggio 2013

Pianeta artificiale, paradiso fiscale - Tante storie di fantascienza




Ancora pioggia. Lucio guardò fuori dalla finestra: c’era una cappa nera, divisa dalla terra per mezzo d’una striscia di cielo azzurro. Ai margini alti del cielo si vedeva un’aura dorata. Coni neri, esili, cadevano dalle nubi come lacrime e finivano sulla terra, incorniciati da sfondi grigi di cateratte colossali e lontane.
Lucio sentì freddo e, rabbrividendo, tentò di dominarsi, di non cedere allo sconforto.
Quando di un fenomeno nuovo parlano tutti i media è preoccupante, ma quando non ne parla più nessuno è peggio.
Cinque anni senza primavera, né estate: erano raccolti in un trafiletto in fondo al giornale. Sulla prima pagina si parlava P. Land.

lunedì 20 maggio 2013

Anelli neri - racconto della serie "Asgard - dall'altra parte del portale"





Ognuno di loro aveva al dito un anello d’argento coperto di rune; erano immobili nei sotterranei di un castello a guardare negli occhi l’uomo piccolo e gracile dal mento sfuggente.
L’uomo era il timido figlio d’un professore; aveva studiato agraria e s’era occupato di fertilizzanti e d’allevamento di polli, ora stava di fronte agli altri e li guardava dietro grandi occhiali a forma di cerchio.
Il castello era la ricostruzione di uno molto più antico e aveva una pianta triangolare al cui vertice sorgeva un torrione che puntava verso il nord. Gli uomini si trovavano proprio in questa torre a cinque metri sotto il pavimento del castello, in una cripta. La luce filtrava in stille dorate da alcune nicchie, illuminando ciascuno dei dodici uomini e bagnando d’oro l’ex-allevatore di polli. Gli uomini erano ciascuno su un piedistallo attorno al cerchio incavato sul pavimento al cui nucleo ribolliva una pozza di sostanza color giada eterea viva e luminosa. Il soffitto collassava nella forma di una cupola che aveva, al suo zenit, una grata a forma di svastica.

lunedì 13 maggio 2013

Ientaculum ad popina (colazione al bar) - esercizio di scrittura


Un colombo.
Tertius Barbatius Silo si svegliò, madido di sudore: un colombo tubava fuori, sul balcone. Chissà come, quel verso aveva ricordato a Silo l’urlo della buccina militare.
L’uomo si guardò attorno: era in una stanza, disteso in un lettuccio. Su una sedia, accanto, c’erano i sandali e il bastone di vitigno che aveva portato con gloria da centurione.
Il mantello gli aveva fatto da coperta per la notte. Una vecchia tenda bucherellata lasciava entrare la luce opaca del giorno.
La stanza era delimitata da una tenda dal resto del cenaculum. Esso si trovava al secondo piano dell’Insula di Cerere, un grosso condominio affacciante sul decumano di Nova Eboracum. Nova Eboracum sorgeva su un’isola, detta Felix, nella provincia romana di Nova Frisia, all’altro capo del mondo.