Ho tante storie per la testa e in questo momento sto
guardando Doctor Who, quindi altre me ne vengono in mente.
In questa puntata ci sono dei dinosauri su un’astronave.
Dunque è un periodo non male per me per scrivere, di fatti
scrivo, scrivo e ho sempre in mente trame che si susseguono e che mi spingono a
comporre subito piccoli racconti da mettere sul blog.
Il mio socio e altri blogger dicono, giustamente, che un
blog ha senso (o viene letto, non ricordo) se fornisce un servizio. Un blog del
genere è quello di Daniele Imperi, anzi, credo sia uno dei pochissimi tra
quelli che conosco.
C’è il Moro, che puntualmente scrive recensioni di film e
libri (e fumetti Bonelli!) scritte molto bene.
C’è il dottor Manhattan, che personalmente non leggo, ma di
cui il mio socio mi parla sempre, sempre, sempre in maniera entusiasta, che
mette sul blog recensioni esilaranti di serie televisive e altro.
E allora, il mio blog non fornisce un servizio, neanche uno.
Forse, ogni tanto, scrivo un consiglio, un suggerimento, ma nulla di più.
Quasi tutti i miei “post” sono racconti, dunque metto
racconti uno dopo l’altro, ma per chi?
Per voi, ragazzi e per tenere una specie di archivio di ciò
che ho scritto. Molti dei racconti che trovate sul blog non li ho sui miei
computer. Dunque, se il blog va in malora, vanno in malora anche i racconti.
Beh, qualcuno può dire “chissenefrega”.
Ma perché non li mando a qualche casa editrice? Perché non
li faccio valutare?
Per pigrizia. Mi piace scriverli e metterli su all’istante.
Alcuni, giustamente, pensano che fare così sia inutile. Credo
il perché sia dovuto al fatto che non si hanno riscontri (positivi o negativi),
non si ha contatto con il pubblico variegato, non si capiscono appieno le
potenzialità della propria opera.
Può darsi, ma mettermi a mandare file – o peggio – cartacei a
questa o quella casa editrice non mi va e non perché mi vergogni, ma perché
sono pigro.
Pubblicare queste cose con la nostra casa editrice (mia e
del socio) non so quanto senso avrebbe, anche se per il primo libro ho fatto
così. Forse farò così per un lavoro (da e-book) che mi sta a cuore, ma a volte
mi pare brutto e lo sento come un forzare la mano contro me stesso o contro il
mio socio.
Quindi metto le cose sul blog, che non fornisce un servizio.
Ma che speriamo serva a qualcosa. Perché io di idee ne ho in
testa tantissime.
Anche gli altri ne hanno in testa tantissime e anche gli
altri hanno triliardi di blog come il mio.
Quindi?
Grazie per la citazione!
RispondiElimina"un blog ha senso solo se fornisce un servizio"...
Nel mio caso, ci sono altri millemila blog che fanno recensioni di libri e altro, e infatti non lo uso solo per quello. Il punto è: "a chi viene fornito questo servizio"? In molti casi, allo stesso autore del blog. Che può, come nel mio caso, parlare di argomenti per i quali trova pochi interlocutori nella "vita reale", o, come nel tuo caso, condividere i suoi racconti perché gli piace metterli subito in gioco e offrirli al mondo. Allora, sì, anche il tuo blog fornisce un servizio.
Quando poi i racconti sono belli, lo fornisci anche ai lettori.
Io adoro il Doctor Who, tra l'altro.
Il Moro
Forse hai ragione, nel senso che in molti casi il servizio viene fornito allo stesso autore.
EliminaQuindi, alla fine, ci serviamo da soli, ma da questo, indirettamente serviamo gli altri, a differenza del blog nato come fornitore mirato d'un servizio.
Mamma che casino che ho fatto :D
Gracias Moro! Eh chi scrive il dottore riesce a tirare fuori trame che mi fulminano ogni volta che guardo la serie!
Saludos!