lunedì 27 luglio 2015

Ancora su Monza

Ci metto la macchina - Chevrolet Monza - perchè mettere foto della città - ancora - mi fa cagare
Come dicevo, nel mio precedente articolo, Monza: mi ricordo subito ostilità, mi ricordo gli zingari, le giostre dove i tamarri andavano a picchiarsi, mi ricordo l'unico sfogo delle passeggiate in centro, in quella via che è un susseguirsi di negozi, dove la gente si affolla e non c'è aria, dove ti guardano come se fossi in passerella e ti studiano. Mi ricordo il parco - l'unico pezzo di verde - che, seppur grande, deve accogliere tutti i monzesi, e i brianzoli, che vogliano un po' di natura e che, perciò, è sempre strapieno. Mi ricordo lo spaccio in Villa Reale, gli accoltellamenti tra nordafricani e la vicinanza e lontananza da Milano. Monza è quasi attaccata al capoluogo, ma arrivare a Milano è una tortura. Credo di averne già parlato.

Ricordo quel cesso di scuola Giovanni Pascoli dove ho fatto le medie... le botte coi tamarri, le sedie e i banchi lanciati fuori dalla finestra per fare il figo, un cretino che si calava dalla grondaia per andare al mercato a prendere il pollo fritto - in piena lezione. E quella la chiamavano scuola? In quella città non c'è una zona bella che sia una; lo so perché ci ho vissuto. E' spaccata in due dal fiume puzzolente, è piena di traffico - provate a raggiungere il centro e vedrete - è assolutamente priva di parcheggi. Ma non è finita... la gente è incredibilmente ostile. Non ho idea del perché, ma funziona così, a Monza.
Ricordo che non ho mai, e dico mai e ancora mai, avuto un vicino simpatico lì. C'era sempre gente che non si faceva i cazzi propri e che ti veniva a guardare in casa. Sempre gente che ti rompeva le palle, che non ti salutava e ti guardava male. Gente maleducata.
Questo è il monzese medio (andateci e vedrete se ho ragione):


Oh, beh, adesso al monzese medio si è unito anche lo slavo medio.
Perché mi accanisco su questa città? Perché fa CA-GA-RE, perché non offre opportunità, perché è la morte sociale, perché è distante anni luce dall'essere una città nel vero senso della parola, ma è un agglomerato di edifici messi lì a cazzo e di gente forzata a vivere assieme. In questa città non c'è tessuto sociale. Ogni volta che ci ritorno - per poche ore - per trovare i miei familiari, mi viene un senso di depressione, di rabbia e di fastidio.
Ma voi monzesi restateci, però, (e pure gli slavi) non venite a invadere la mia città, che mi ha adottato, e che ringrazio ogni giorno.

Saludos



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