martedì 26 novembre 2013

fAnTaSy? - articolo sul racconto

Se volete leggere il racconto su cui si basa questo articolo, il link è questo.


ehm, fantazy?
A cosa serve 'sto articolo? Bah, non ne ho idea, ma credo che possa rispondere alla domanda: "Voglio cercare d'essere un pochino più originale del solito, scrivendo fantasy... come faccio?" (mazza che domanda lunga!)

Io penso che ci possano venire in aiuto un po' di brave persone, nella fattispecie: Mattia Signorini, Christopher Vogler, i siti Elfwood e Springhole.


Mattia Signorini ha lavorato presso l'agenzia letteraria di Vicki Satlow e ha risposto ai lettori/scrittori del sito www.writersdream.org su varie questioni, non ultima, quella riguardante il fantasy.

Mattia dice:
"Ad esempio, se il vostro romanzo comincia con la descrizione del tempo atmosferico. Sembra incredibile, ma il 90% dei romanzi che ricevo iniziano con la descrizione del tempo atmosferico. Ma chi se ne frega? Ma fallo iniziare nel mezzo di un fatto, no?, vorrei dire ogni volta. Oppure, altro esempio, quando si sente che uno ha letto pochissimo. Un romanzo è fatto di fatti, non di pippe mentali. Le pippe mentali se le deve fare il lettore leggendo i fatti. Quando leggo frasi come (invento): "Quando la guardava, sentiva dentro di sé un fremito fatto di mille emozioni", chiudo tutto e vado al bar a trangugiare una vodka. Eccetera."

Ragazzi! Ha ragione! E' vero! Ma perché il fantasy deve avere SEMPRE dei cliché? E' il genere con più cliché al mondo, a mio parere! Chissenefrega delle montagne di salc***o che sono incappucciate di neve e del vento che dal nord (sempre dal nord poi! leghisti!) soffia sulla terra di salam****ia! BASTA! Iniziate in un'altra maniera. Perché nessun fantasy inizia mai con una bella scena, chessò, dal macellaio? Ovvero il macellaio senior che spiega all'apprendista come si taglia una cotenna?

E poi Mattia dice: "un romanzo è fatto di fatti, non di pippe mentali." Figlioli: ha ragione! Chissenefrega delle seghe mentali di Ciccio il Ragazzo-Predestinato-Alla-Profezia-di-Stamin**ia!

Io (non perché sia bravo, ma perché ho letto quel che ha scritto Signorini) non ho messo riferimenti al clima. Ho cominciato, però, con un altro cliché: la profezia. Mi sono inventato una profezia? Magari le ho dato un significato simbolico? No. Ho cercato su internet "random prophecy generator" e ho cliccato il tasto invio.

Ho scelto la terza profezia, perché le prime due non erano abbastanza banali, forse. Era in inglese (faceva anche rima) e ho dovuto un po' riadattarla. Eccola:

quest'immagine è molto bella. E' di un autore russo di cui non ricordo il nome. E' anche un'immagine molto triste, ma è meglio d'un cliché, no? :)


"Re-serpente rinasci! Dea della pace, dolore predici. Dio delle tenebre, dolore predici. Tutti vivranno contenti e felici."

E che vuol dire? Ah, boh. Non ne ho idea.

Ancor prima di cercare la profezia, però, ho scritto su Google qualcosa del tipo "Ma possibile che non ci siano idee originali per scrivere del fantasy?" proprio così, col punto di domanda, ma in inglese.
E mi è apparsa questa pagina. Vi consiglio di leggerla, perché tira fuori cinque regole carine e immediate che potrete seguire per i vostri romanzi o racconti.

E allora, io non ho demolito i cliché, li ho semplicemente usati in maniera diversa. 

Per esempio, Originality in Fantasy (la pagina che vi ho linkato) al punto 2 dice: 


"2 - Original Plots
A beautiful princess is captured by a dragon. She's imprisoned in a tower. A young knight is sent to the tower to rescue her. What comes next?

That's right - the princess falls in love with the dragon and tells the knight to shove off."

Cioé: la principessa s'innamora del drago e dice al cavaliere d'andare al diavolo! 

Capite? Qui abbiamo preso un cliché e lo abbiamo fatto andare in una direzione diversa. E, occhio, non serve per forza far diventare la storia un fantasy umoristico, ma la si può scrivere come roba seria, con tanto di "ammazzatine" e duelli di spada.

Dicevamo: io ho cominciato con una profezia (a ca**o) e ho messo come protagonista un cavaliere avvocato. Seguendo Originality in Fantasy, l'avvocato l'ho fatto quarantenne. Poi ci ho messo un sacco di cliché:

  • Talian, il ragazzino adottato e predestinato dalla profezia.
  • Narnus, l'oste orfano e colto da amnesia sul suo passato.
  • I guerrieri non-morti.
Solo che ho usato questi cliché in un'altra maniera. Ossia:

  • Talian non ha 15 anni, ma ne ha qualcosa+"anta" e non è cieco. Talian ha un po' di sangue dei fey neri (altro cliché: sono elfi che non volevo chiamare elfi) che lo fa sembrare un ragazzino ed è una specie di mago. Talian e Narnus (assieme a Miron) vogliono solo uccidere e derubare il ricco avvocato (e protagonista) Ianuas.
  • Narnus mente: non è orfano, né smemorato, né ha la cicatrice della dea della Fortuna che lo marchierebbe come erede del Re salc***o.
  • I guerrieri non-morti. Nel racconto ce n'è uno che, invece d'essere il "villain", aiuta, anzi salva Ianuas, uccidendo Talian e Narnus.
E potrei continuare.
Ho messo un re - Re Rorik - e un usurpatore - Draugas. Dunque - sempre letto su Originality in Fantasy - l'usurpatore si può rivelare un ottimo governante. Perché no?

Questo racconto che ho scritto non so se sia un buon fantasy; sicuramente è un racconto mediocre, perché non è avvincente e il suo colpo di scena è troppo telefonato. Però mi è servito da palestra (mini-palestra) per giocare con Vogler (Il viaggio dell'eroe!) 


L'eroe in questione (Ianuas) non ha bisogno di alcun oggetto speciale per compiere la missione. 
Passiamo poi alla presenza (o meno degli archetipi). Io sono sicuro che Vlad Sandrini riuscirebbe a trovarmeli e me li metterebbe in un commento :) anche se, a un mio primo esame, non li vedo tutti.


Tutto questo per dire: seguite pure ciò che dice Marco Soldo nel suo commento al mio precedente articolo, ossia:


"E comunque, in generale secondo me tutta la premessa di questo post è errata.
Tutte le storie sono già state raccontate, e non ci sarà mai "bisogno" di un'altra storia.
Non ci sono molte possibilità: puoi scrivere per raccontare una storia, puoi scrivere per dire qualcosa o puoi scrivere per fare entrambe le cose.
Tutte e tre le possibilità hanno uguale dignità. Nel primo caso, scrivi narrativa da intrattenimento. Nel secondo, scrivi un saggio. Nel terzo, fai una cosa molto più difficile (literary fiction, o come la vuoi definire).
Nel primo caso, non c'è bisogno di chiedersi "Ma c'è davvero bisogno di una cosa del genere?"; c'era davvero bisogno di una versione leggermente fantasy della guerre delle due rose? Secondo me, no, ma secondo qualche milione di persone evidentemente sì.
Se scrivi un saggio devi chiedertelo eccome (ma si suppone che se hai intenzione di scriverlo, evidentemente ritieni di avere cose intelligenti da scrivere).
Se vuoi fare la via di mezzo, ok, allora può avere senso chiederselo. E volendo, puoi anche fregartene."


E, se volete scrivere fantasy e non riuscite - come me - a creare qualcosa di nuovo, prendete i cliché e ribaltateli, sporcateli, sputateci sopra e riusateli da un altro punto di vista.
Fate un elfo bardo che faccia schifo a suonare l'arpa. 

E non iniziate MAI PIU' con la descrizione del clima nel mondo salca**o.

c'è da dire che due eroi del genere spaccano!

12 commenti:

  1. Ciao Marcello, sto seguendo anche io quella discussione! Molto illuminante. Hai fatto bene a farci un articolo su, utilissimo.

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  2. Personalmente scrivo fantasy perché non trovo quello che cerco nei fantasy che ho letto. Se in una pagina non vivo l'esperienza del protagonista più intensamente di un 3D di James Cameron chiudo e prendo un DVD.
    Ci sono dei limiti di decenza o un confine alla cazzata? Che dire dei cestelli pieni di ghiaccio nella Roma del 1500, o di un avvocato in una ambientazione medievale? Se è ben scritto e ti fa sentire il fragore della battaglia, se provi terrore quando senti l’ululati dei garm, si può accettare anche questo.
    Quindi mi chiedo, ha senso scrivere un blog con delle regole per infrangere le regole di un genere che regole non ha?

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  3. @thomas uau questa dei cestelli pieni di ghiaccio nella Roma del 1500 devo approfondirla. Parlavi del sito Originality giusto? A mio parere ha senso scrivere un blog con dei consigli e non regole, semplicemente perché altrimenti avremmo (come accade) un fantasy fatto solo di milioni di copie di Tolkien. Possono andare bene per la formazione di un giovane lettore (come è successo a noi tutti con, chessò, Shannara, Dragonlance) ma il lettore già "formato" legge l'originale, non le copie, no? Quindi, se amo il fantasy, perché sopprimerlo scrivendo dei nani minatori armati d'ascia, degli eserciti d'orchi e dell'oscuro signore?

    @ilaria grande :) ah, sono già su twitter, ne! mi pare sia MarcyNicolini il mio nick!

    Saludos!
    Saludos!

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    1. Ciao Marcello!
      La questione dei topoi letterari è annosa e controbattuta. Sfuggire ai topoi è difficile perché bene o male siamo impregnati di quello che abbiamo letto. La letteratura classica è farcita di cliché più o meno riusciti: da Achille a Ulisse a Renzo e Lucia a Ivanohe… D’altra parte spesso e volentieri i cliché sono proprio quello che il lettore cerca perché scatenano il meccanismo del déjà vu. Funziona con le favole per i bambini ma a pensarci bene funziona anche con gli adulti. Dosare sapientemente i topoi all’interno di un romanzo solletica l’attenzione del lettore e scatena il piacere di ritrovarsi in situazioni note; la sovrabbondanza rischia di farlo scadere nel kitsch; l’eccesso smodato trasforma il romanzo in cult (Fleming ne è un ottimo esempio). E poi il vecchio Guccini non diceva forse “Gli eroi son tutti giovani e belli”? L’originalità non è un quid necessario alla riuscita di un racconto. Se pensiamo al giallo classico inglese, da Doyle alla Christie, vediamo che è proprio il meccanismo della ripetitività che lo fa funzionare in modo egregio. Essere innovativi, controcorrente è estremamente difficile e sono davvero pochi quelli che ci riescono e riescono per giunta ad avere presa sul pubblico. Gadda con l’ironia e lo stravolgimento del linguaggio è uno degli esponenti chiave della letteratura italiana del dopoguerra. Un suo libro poco conosciuto, “Eros e Priapo” è un esempio di costruzione di un pamphlet originale sotto tutti i punti di vista. Calvino e i suoi racconti interrotti che lasciano libero sfogo alla fantasia è un altro bell’esempio. Quando però si finisce nella narrativa di genere come fantasy o poliziesco uscire dagli schemi è un’impresa ardua perché è il genere stesso che detta i contorni della narrazione e dei personaggi. Si potrebbe però provare con la tecnica della contaminazione. Ad esempio il film Avatar è un bel miscuglio di fantasy e fantascienza. Potrebbe essere carino sviluppare un fantasy-poliziesco con un elfo (magari con un impermeabile verde) che deve scoprire il responsabile di misteriosi omicidi e coniare un linguaggio apposito con tanto di piccolo dizionario, un po’ come quello vigatese/italiano… Cosa ne pensi?

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    2. Mi ritrovo assolutamente in tutto quel che hai detto. E' vero che l'originalità non è un quid necessario alla riuscita di un racconto. Probabilmente bisogna solo cercare la virtù che sta nel mezzo di tutto ciò di cui abbiamo discusso su questo topic e, con quella, cercare di scrivere un racconto che funzioni. Probabilmente anche il racconto dell'elfo che cerca di risolvere un omicidio funzionerebbe.
      Forse sul fantasy sono eccessivamente prevenuto, perché mi chiedo: ne leggerei ancora? Leggerei comunque un fantasy originale? Per quanto originale l'idea e il punto di vista, riuscirei a leggere un fantasy/poliziesco con un elfo come detective?
      Ad ogni modo, capisco Guccini :) chi riuscirebbe a identificarsi con un eroe grasso e butterato, per esempio? E chi, con un eroe che avesse delle orribili perversioni morali? Chi con un eroe ottantenne? La gente ha bisogno dello scatenarsi del déjà vu, che però non dev'essere banale.
      Avatar è spettacolare anche se la trama è banalissima e tutta scontata. Avatar, a mio parere, si salva proprio per la spettacolarità.
      C'è un esempio più calzante, però. Guerre Stellari. Se vedi, la trama è la solita del cavaliere che salva la principessa dal drago. Okay, tutto già visto, ma George Lucas è riuscito a tirarci fuori qualcosa di semplicemente meraviglioso. Ah, parlo dei tre film di Guerre Stellari degli anni '80. Quelli di adesso sono decisamente bruttini.

      Saludos!

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  4. Ad ogni modo, per fare un piccolo appunto: m'è appena capitato di leggere un racconto di Daniele Imperi, un racconto fantasy. Non ci sono orchi, nani o elfi, ma mi ricorda qualcosa del tipo Il castello errante di Howl e Cloud Atlas.
    La trama è complessa, comprensibile, ben chiara, articolata; la storia non è mai banale, i personaggi sono verosimili e hanno reazioni verosimili.

    Se volete leggerlo, ecco il link: http://pennablu.it/cacciatori-di-nuvole/

    Saludos!

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  5. Di nuovo grazie, Marcello. C'è infatti un po' di Cloud Atlas nella storia: quel romanzo mi ha letteralmente stregato. :)

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    1. Io non sono ancora riuscito a leggerlo, ma già il trailer del film mi ha fulminato (non l'ho visto neanche, il film!) comunque hai il pregio di riuscire a creare delle atmosfere ben definite con poche parole, nei tuoi racconti.

      Saludos!

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  6. @Marcello, già ti seguo su twitter! :))

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  7. Hai mai letto Il magico regno di Landover di Terry Brooks? Il protagonista è un avvocato quarantenne che, in un certo senso, diventa cavaliere.

    Poi mi leggo il tuo racconto e ti do un personale giudizio.

    Concordo ovviamente con quanto hai scritto. Un tempo andava di moda iniziare un romanzo fantasy con la descrizione, ma oggi ha stancato. Secondo me il fine era quello di far entrare il lettore pian piano nel nuovo mondo. Creare una sorta di aspettativa magica.

    E funzionava, bisogna dirlo.

    Adesso non più. Perché? Perché sa di già visto e noi lettori - quelli più smaliziati, almeno - vogliamo altro.

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    1. Siiiiì era uno dei miei preferiti! Magic Kingdom for sale. sold! Un'idea sicuramente già vista (uomo moderno che finisce nel mondo fantasy) ma sviluppata da gran signore e con un punto di vista totalmente nuovo e credibile.
      Cavolo, vorrei rileggerlo!
      Sì, è vero, all'epoca la descrizione funzionava.
      Ok, aspetto il tuo giudizio!

      Saludos!

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