lunedì 25 luglio 2016

Di metallo e stelle. L'apprendista di Leonardo - recensione

Questo libro di Luca Tarenzi non ha certo bisogno della mia recensione. In giro ne ho viste un sacco. Ottimo! Come sapete, qualche anno fa recensiiiiiiii Godbreaker dicendo qualcosa del tipo: "Il più bel libro che abbia letto da qui a dieci anni"... una cosa che non rinnego neanche adesso. Sennnnnnonché... questo è meglio!
Intendiamoci, il sistema dei Patti di Godbreaker (per non parlare del dio celtico con le All-Star :) è molto bello, ma l'ambientazione di questo libro è fresca come l'acqua del fiume in montagna al mattino.

Ma come? direte voi! Milano alla fine del 1400? Fresca? Eh! Perché Tarenzi non si perde in pipponi di dieci pagine sulla descrizione di un campanile, dei profumi, del colore dei maialini del porcile, del pizzo del vestito di Monna Sticazzi o del fatto che i francesi avevano l'elmetto così invece dell'elmetto cosà.

Lui alla fine del libro ha scritto che questo non è un romanzo storico, ma fantasy (o qualcosa del genere) e io dico: Ma perché? Perché non c'è la descrizione di dieci pagine del campanile? Perché non c'è il pippone sul ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno? E chissenefrega!
Per me è storico. Okay, alcuni elementi architettonici del Castello Sforzesco verranno aggiunti dopo il 1499 (anno in cui è ambientata la storia) e okay, La dama con l'ermellino l'ha dipinta Leonardo e non Giacomo (il suo apprendista in questo romanzo) ma tutto il resto è storico! I francesi, il Moro, il quadro, i disegni di Leonardo, il fatto che per La dama utilizzarono un furetto e non un ermellino.

La dama con l'ermellino
Il libro scorre che è una favola. Ti dà gli elementi essenziali per l'ambientazione e ti scaraventa nella storia, facendosi leggere in un respiro.

Qui l'alchimia ha il ruolo di vero protagonista, a mio parere. E' essa che, adagio adagio, mette insieme i pezzi della trama che, a prima vista, sembrano incasinati ai quattro venti.

Magari il colpo di scena può disorientare - io personalmente ho detto: "Azzo! Uau!" - ma dà corpo a un'idea molto ben congegnata. E' essa - un'idea basata sugli studi alchemici - il centro della tela del ragno da cui si dipana tutto il romanzo.

Di metallo e stelle è un libro che rileggerei anche adesso - l'ho finito tre settimane fa - con lo stesso gusto della prima volta, proprio per la sua struttura semplice e diretta. Magari può diventare uno dei miei libri ciclici, ovvero i libri che, ogni quattro o cinque anni, rileggo sempre, come Sotto i lampi e la luna, per esempio, o Ragazza selvaggia o Siddharta.

Saludos!

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