«Prendetelo!»
Yezda indicò Conan e
lasciò che i suoi guerrieri si gettassero nella tomba. Il cimmero aveva solo un
pugnale, e l’agilità e i muscoli di un leone. Scagliò l’arma contro il primo,
facendogli scoppiare la carotide quindi balzò sul sarcofago che stava al centro della sala.
Un dardo gli strisciò il
fianco e una katana gli mancò d’un soffio il piede. Conan sferrò un calcio allo
sgherro di Yezda e gli si gettò addosso con tutto il suo peso. La schiena dell’uomo
s’inarcò e gli occhi si rovesciarono mentre il cimmero lo atterrava. Usò
quell’uomo per parare un colpo di katana, quindi gli prese la katana.
«Su! bastardi!» disse,
digrignando i denti. Uno di quelli accolse l’invito e lo caricò con la katana.