mercoledì 28 novembre 2012

Non è un post letterario, solo vecchi ricordi.

Monza
Il blog è mio e ci potrò scrivere su quel cavolo che voglio?
Dopo giorni di fiera a Pisa, circondato da editori e libri e libri e editori, dopo aver sentito discorsi su libri e editori e editori e libri ho il cervello un po' inquinato e mi voglio disintossicare coi vecchi ricordi.


Come questo.

eccola! me la ricordo benissimo!
Si tratta di una Peugeot 104.

Arrivammo dalla Sicilia nell'82 se non sbaglio - ma potrebbe essere stato anche l'81. Anni bellissimi quelli della mia infanzia. Anni di sole e di giornate intere a giocare al pallone coi miei amici, i miei cari fottutissimi amici con cui si litiga, non si parla per anni, ma che sono insostituibili e che rimarranno insostituibili.

E, dicevo, arrivammo dalla Sicilia, quella regione dove c'è la Mafia, dove se cammini per strada ti pigliano a pistolettate, dove t'accoltellano, ti derubano, ti uccidono, ti truffano, te ne combinano di tutti i colori.

Probabilmente io ho vissuto in un'altra Sicilia, mi vien da pensare ...

E dunque, arrivammo con questa Peugeot 104 targata CT - Catania - anche se noi siamo orginari di Palermo.
Papà ci presentò Monza, la nostra nuova casa.
Città del Nord dove tutti sono del Nord (?)
città bella, pulita, uno spettacolo, un biglietto da visita - come il resto della regione - dell'Italia per l'estero.

Il giorno dopo la Peugeot 104 sparì. Rubata.
Ricordo ancora la faccia di mio padre quando tornò in casa e disse: - Non c'è più la macchina!

Non la ritrovammo più.

Quel che mi traumatizzò fu che mio padre, parlando con Mamma, ne descrisse la possibile sorte, dicendo: - L'avranno ormai smontata e rivenduta a pezzi chissà dove.

Ora - a distanza di anni - capisco perché nella società dei criminali siberiani di Nicolai Lilin venivano puniti molto più duramente i ladri rispetto agli assassini. Perché quanto ti rubano qualcosa è come se ti violentassero.

Quando ti uccidono, muori e basta.

Beh, cazzo, io a quella macchina ci penso ancora ogni tanto e penso a quel biglietto da visita che rappresenta tante, tante cose.

Mi piacerebbe proprio ritrovarla, però, dopo 30 anni, sapete?
E regalarla a mio papà.

Saludos!

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