martedì 9 luglio 2013

Cold John Does - Tante storie di fantascienza


Da qualche parte tra il Laos e la zona demilitarizzata, 1969.

Carl odiava usare i CJD.
Si grattò la barba e accese una sigaretta, fece un tiro e allungò il braccio. Una sanguisuga bella grossa, che gli pompava sulle vene. Carl avvicinò la sigaretta su quel corpo rigonfio. plop! la bestia esplose e scivolò via.
«Beh, skipper, se non altro gli facciamo il culo…» il sergente Goodman stava cuocendo la colazione nella sua lattina riscaldata al C4. Le fiamme si propagavano, azzurre, dalla buca sotto il telo mimetico.
Carl annuì e porse il telefono all’RTO, il radio operatore. Il ragazzo, piccolo e spaventato, deglutì:
«Tenente… usiamo I Cold John Does?» domandò.
«Hai sentito Mike Six. Ora trovami il trainer.» Carl, il volto lucido di sudore, accostò la sigaretta alle labbra.
L’RTO annuì e uscì dalla buca.
Poco dopo, si udirono dei passi provenire dall’esterno. Gli stivali dei Marines sciaguattavano nella patina liquida e marrone sull’altura, bruciata dai defolianti.
Carl fece l’ultimo tiro e buttò la cicca. Prima di uscire dalla buca, annusò il vago aroma di carne e spaghetti.
«Lasciamene un po’ sergente.» disse, guardando Goodman.

Fuori, ad aspettarlo, c’erano due suoi pari grado.
«Riunione degli actual.» disse Jay, uno di loro. Carl annuì, guardò le nubi monsoniche:
«Il Six ha dato il via libera ai Coldie
«Lo so,» Jay annuì, «ho beccato il tuo RTO qua fuori, pallido come un morto.»
«Ci siete anche voi?» domandò Carl.
«Tre compagnie. Facciamo nella tua buca?» chiese Jay.
«Il sergente Goodman fa spaghetti e polpette.» Carl scrollò le spalle.
Jay sorrise.
Scivolarono nella buca. L’altro “actual” tirò fuori una carta con le curve di livello. I tre la spiegarono a terra e la studiarono per un po’.
«La pioggia?» chiese l’actual della carta. «Non gli fa niente.» replicò Jay.
Carl accese un’altra sigaretta.
Un uomo scivolò nella buca. L’actual della carta lo guardò, alzando un sopracciglio:
l’uomo era più alto di tutti e aveva una gran barba ispida e una raggiera di capelli biondastri, trattenuti da una bandana sporca. Sulle braccia nude c’erano tatuaggi di pugnali alati e teschi, assieme a strani, spigolosi, segni. Gli stessi segni si ripetevano sul suo STS, il bastone da passeggio che ogni “nonno” si procurava verso la fine del turno. Non aveva armi, fatta eccezione per un lungo Ka-bar nero nel fodero di cuoio.
Da tutto il corpo dell’uomo saliva un olezzo di belva, che fece storcere il naso all’actual e sorridere il sergente Goodman.
«Lui è Bigfoot.» disse Carl, indicando l’omone, «il trainer.»
Bigfoot fece il saluto regolamentare. L’actual della carta gli sorrise e gli tese la mano, dicendo:
«Tenente Gomez.»
«È il nuovo actual della compagnia C.» spiegò Carl.
Bigfoot annuì, poi parlò con voce lenta e profonda:
«Così volete i miei Coldie…»
«Si può fare?» domandò Jay, premuroso.
«La giornata è buona.» disse il trainer.
«Bene. Andiamo Gomez, sarai ansioso di incontrare i nostri CJD.» Carl spense la sigaretta e si alzò.
«La colazione, signore?» domandò Goodman.
«La mangeremo fredda.»
«Bene.» il sergente si alzò e raccolse il suo fucile a pallettoni.
Carl e i due actual uscirono dalla buca, preceduti da Bigfoot.
Il gruppo percorse la collina sfiorando le tane dei Marines, nascoste dai teli sporchi di terra.
«È qui.» il trainer indicò una fossa coperta da una stuoia di bambù.
Bigfoot si avvicinò, si chinò e tolse la stuoia. Carl diede uno sguardo.
Dieci uomini sembravano riposare. erano magri e avevano la pelle bianca dei cadaveri. Dal torace di ognuno sporgeva un paletto.
Gomez deglutì:
«È un mezzo di contenimento adeguato?» chiese.
«Con tutto il rispetto signore: non ne ha mai visto uno?» domandò il sergente Goodman.
«Sono un S-5, vengo dagli Affari Civili.» biascicò l’altro, a mo’ di scusa.
«Stanno in animazione sospesa finché il caporale Bigfoot non toglie i paletti.»
«E… se li toglie?» domandò, cauto, Gomez.
«Svampirano e ci fottono.» spiegò l’omone.
«Allora… forse non è il caso di…»
«Mi perdoni signore, scherzavo. Una volta senza stecchino, fanno quel che gli dico, altrimenti… sono dolori.» disse il gigante.
«Lei caporale? Controllare… quelle bestie?» domandò Gomez.
«Anche il nostro trainer è una… bestia…» intervenne Carl, «ma di tipo diverso.»
Bigfoot sorrise e scivolò nella buca.
Carl offrì una sigaretta a Gomez, che la prese e disse:
«Cold John Does, Freddi Sconosciuti
Carl annuì:
«Vampiri.»

fine

4 commenti:

  1. Roba già vista e già scritta, probabilmente.
    Ma mi sono divertito a scriverla e ho potuto (finalmenji!) usare una delle mie ambientazioni preferite: la guerra del Vietnam!
    Avrei potuto mettere un glossario sui termini dello slang dell'USMC, ma di cose del genere è piena la rete ;)
    Mi piace la cover che ho trovato in giro col Marine di testa somigliante a Tom Berenger.
    AOBC (ad ogni buon conto) è un esercizio di scrittura: lo sto facendo per impratichirmi con l'uso del corsivo (per esempio).

    Saludos!

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  2. Sì, un esercizio di scrittura più che altro, comunque non è male!
    Il Moro

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  3. Intressante. La cosa che peró mal digerisco, cosa che mi capita spesso quando accade in film e telefilm, é la traduzione di termini nei dialoghi. Cioè loro sono americani, parlano inglese, perché allora tradursi le parole o i modi di dire? Se usano il nome cold john does, loro sanno che significa sia cold, che john does. Quindi perché tradurlo durante un dialogo? É come se il tipo ripetesse all interlocutore "freddi sconosciuti, freddi sconosciuti", la risposta giusta sarebbe "figa ho capito, mica son sordo" e non "vampiri".

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    1. Che ci starebbe anche, perché Gomez è sì un tenente, ma è l'ultimo arrivato e Carl è lì da più tempo. Quindi Carl gli direbbe sicuro: "Figa ho capito! Mica son sordo!" :D
      Ad ogni modo questi raccontini mi stanno aiutando un sacco, prima di tutto perché ci sono i vostri commenti, e poi perché mentre scrivo ho (ormai) sempre con me uno specchietto di fitte fitte regole (tipo: come e perché mettere il corsivo) che uso.
      Qui, a parte questa cosa di cui parlava Valerio, ho sbagliato il tale pezzo:
      "Le fiamme si propagavano, azzurre, dalla buca sotto il telo mimetico."
      sarebbe stato meglio:
      "Le fiamme si propagavano azzurre dalla buca sotto il telo mimetico."
      Ad ogni modo, grazie Moro (Zagor!) e socio Vale :D

      Saludos!

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