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giovedì 21 maggio 2020

V WARS - recensione

Allora, un mio amico continuava a dirmi: guardati Dark, guardati Dark e io, siccome avevo guardato la prima puntata, un anno fa, e mi sembrava lenta (grazie, è una serie tedesca e non è Alarm fur Cobra 11) l'avevo lasciata stare.
Errore.
Al posto di Dark, avevo cominciato a guardarmi una vagonata di serie che si erano rivelate più o meno dozzinali.

A un certo punto mi ero messo a guardare Zoo che, raga, è la PEGGIOR SERIE che esista al mondo. Sì, vado di assolutismi. Zoo è la PEGGIOR SERIE. E' l'Alex l'Ariete delle serie, per fare un paragone.

Ho mai fatto una recensione su Zoo? Non ricordo. Devo guardarmi i vecchi articoli del blog, ma credo di no. Non ne valeva neanche la pena.

il dottor salcazzo
C'è una serie che le si avvicina molto, ed è V WARS.

lunedì 10 marzo 2014

Pescare nel bosco - racconto da un'idea di Stephen King

questo fiume è davvero nel Maine :)
Premessa:

Mi sono trovato a leggere qualche racconto della raccolta Tutto è fatidico di Stephen King e in particolare, mi è piaciuto L'uomo vestito di nero. E' scritto in prima persona, ambientato nel 1914 e narra dell'incontro col Diavolo da parte del protagonista, allora novenne. 
Se leggete la postfazione al racconto, vedrete che Stephen King non lo credeva molto valido e non aveva nemmeno voglia di spedirlo all'editore. Poi, a pubblicazione avvenuta, il racconto ha avuto recensioni più che positive, sbalordendo lo stesso King.
Nel leggerlo, mi sono accorto di un colpo di scena mancato, di qualcosa che poteva esserci e avrebbe giovato parecchio alla storia. E' un'opinione personale.
Così ho scritto un mio racconto, ambientato sempre nel Maine Occidentale e con protagonista un bambino di nove anni. 
Ci sono, però, molte cose che cambiano: chi incontra il bambino nel bosco non è il Diavolo e manca totalmente il riferimento al fratellino morto e all'ape.
Leggete L'uomo vestito di nero, se volete. E anche Pescare nel bosco.

martedì 26 novembre 2013

Fantasy! - racconto preludio a un articolo



l'immagine si chiama Undead Knight, è di atomhawk e la trovate qui



Re-serpente rinasci! Dea della pace, dolore predici. Dio delle tenebre, dolore predici. Tutti vivranno contenti e felici.

I
Miron tirò un undici ai dadi. «Re-serpente rinasci!» disse. «Perché… perché la reciti?» Ianuas fece un ricciolo in aria con un dito e ammiccò.
«Perché ho vinto! Ho scacciato il serpente!» Miron sferrò un pugno sul tavolo e fece tintinnare i boccali. «Oste! Birra! Offro io!» urlò, girandosi verso il bancone per guardare il taciturno Narnus.
«Perché sempre birra?» domandò Ianuas. «Bere acqua porta malattie.» disse Miron. «La birra, invece, la si bolle.»
«Sei un dottore?» chiese Ianuas. «Un alchimista.» rispose Miron, sogghignando. «Ma quella cosa che reciti… cos’è?» Ianuas aggrottò la fronte e si pulì i baffi grigi sporchi di birra.
«Una vecchia filastrocca.» Miron sogghignò e riprese in pugno i dadi d’osso. Stava per tirare, quando si avvicinò al suo interlocutore e disse: «Una profezia.»
«Maddai!» fece Ianuas, barcollando sulla sedia. «E come fa?»
«Beh… Re-serpente rinasci… uhm, poi dea della pace qualcosa… uhm, poi c’è il dio delle tenebre…»
«E tutti vivranno felici e contenti.» disse una terza voce. Miron si girò e squadrò Narnus. «E tu da quando in qua ti ricordi qualcosa?» domandò. «Beh, compare Ianuas, devi sapere che l’oste è smemorato… non si ricorda chi cavolo sia. Rammenta solo il proprio nome.»
«Già.» affermò Narnus. L’attenzione di Ianuas deviò verso quell’uomo taciturno, impegnato a versare birra con un mestolo nei boccali e a condirla con un sacchettino di spezie.
Miron ebbe una reazione strana. Batté un pugno sul tavolo e si alzò. Andò a sbraitare davanti a Narnus. Urlava così forte che a Ianuas fecero male le orecchie. Un armigero dalla faccia di faina alzò gli occhi dallo stufato e si mise a fissare Miron con i suoi piccoli occhi cattivi.

martedì 9 luglio 2013

Cold John Does - Tante storie di fantascienza


Da qualche parte tra il Laos e la zona demilitarizzata, 1969.

Carl odiava usare i CJD.
Si grattò la barba e accese una sigaretta, fece un tiro e allungò il braccio. Una sanguisuga bella grossa, che gli pompava sulle vene. Carl avvicinò la sigaretta su quel corpo rigonfio. plop! la bestia esplose e scivolò via.
«Beh, skipper, se non altro gli facciamo il culo…» il sergente Goodman stava cuocendo la colazione nella sua lattina riscaldata al C4. Le fiamme si propagavano, azzurre, dalla buca sotto il telo mimetico.
Carl annuì e porse il telefono all’RTO, il radio operatore. Il ragazzo, piccolo e spaventato, deglutì:
«Tenente… usiamo I Cold John Does?» domandò.
«Hai sentito Mike Six. Ora trovami il trainer.» Carl, il volto lucido di sudore, accostò la sigaretta alle labbra.
L’RTO annuì e uscì dalla buca.
Poco dopo, si udirono dei passi provenire dall’esterno. Gli stivali dei Marines sciaguattavano nella patina liquida e marrone sull’altura, bruciata dai defolianti.
Carl fece l’ultimo tiro e buttò la cicca. Prima di uscire dalla buca, annusò il vago aroma di carne e spaghetti.
«Lasciamene un po’ sergente.» disse, guardando Goodman.

martedì 2 aprile 2013

Due seduti alla fine del mondo - racconto di fantascienza



Un taxi nero si aggira per le strade di Londra. A guidarlo non è il tassista, ma un uomo dagli occhi crudeli e profondi come il male. Come il male, ha labbra piene. Come quelle del diavolo, esse son chiuse in una smorfia di scherno.
Guida piano e ogni tanto muove il volto lungo, scavato, aspirando l’aria come farebbe un animale.
Il naso è grosso, forte, dritto: nasce dalla fronte come una spada per dividere le sopracciglia.
Ora la macchina rallenta, sino a fermarsi.
L’uomo scende e lascia lo sportello aperto, poi distrattamente, ammira il Big Ben e segue i raggi del tramonto dipingere le rovine di Westminster.