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martedì 2 aprile 2013

Due seduti alla fine del mondo - racconto di fantascienza



Un taxi nero si aggira per le strade di Londra. A guidarlo non è il tassista, ma un uomo dagli occhi crudeli e profondi come il male. Come il male, ha labbra piene. Come quelle del diavolo, esse son chiuse in una smorfia di scherno.
Guida piano e ogni tanto muove il volto lungo, scavato, aspirando l’aria come farebbe un animale.
Il naso è grosso, forte, dritto: nasce dalla fronte come una spada per dividere le sopracciglia.
Ora la macchina rallenta, sino a fermarsi.
L’uomo scende e lascia lo sportello aperto, poi distrattamente, ammira il Big Ben e segue i raggi del tramonto dipingere le rovine di Westminster.