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domenica 4 dicembre 2022
Troll - recensione
Sono contento che, in un mondo di podcast, videoblog e cose del genere, sopravviva il mio vecchio blog (cioé questo qui) e mi piace pensare che, ogni tanto, qualcuno lo legga e che a questo qualcuno, giovi.
Come sapete, sono caotico nell'esposizione, saltando di palo in frasca, ma va bene così.
Oggi voglio recensire il film Troll, del 2022. Un film norvegese.
Allora, devo dire che i film e le serie norvegesi (ne ho visti un po') sono proprio carini; i norvegesi fanno un po' gli americani, pur infilando, nei loro prodotti d'intrattenimento, spizzichi della loro cultura, del loro folclore e della loro vita di tutti i giorni - e questo mi piace.
Troll è una cosa del genere: è un monster movie alla King Kong dove non si scade nel banale ma, alla buona dose di "americanismo" si affianca quel "flavour" da elfi-bambini un po' svampiti e dispettosi che ho riscontrato essere tipico delle narrazioni video norvegesi che mi è capitato di guardare.
Se vedete, che ne so, Lillyhammer, riscontrerete questa cosa, e non perché sia una serie comica, ma perché pare sia intrinseco, nelle produzioni norvegesi, prendersi sul serio, ma fino a un certo punto.
La Norvegia ci ha dato, per esempio, film d'orrore come Dead Snow che è molto sopra le righe (può piacere e non piacere) ed è un prodotto abbastanza godibile.
In Troll abbiamo un inizio da tipico monster movie, cioé degli umani che disturbano il mostro di turno (in questo caso facendo degli scavi per un tunnel della metropolitana) e il gigantesco troll esce fuori dalla montagna, cominciando a calpestare quel che c'è da calpestare.
Si riunisce l'unità di crisi del governo, che cerca di capire che cos'ha di fronte e come risolvere la situazione.
I personaggi sono pochi e, per quanto abbozzati, sono abbozzati bene. Non c'è proprio il classico ruolo delle produzioni americane, mi spiego...
abbiamo la dottoressa eroina che, però, non è la power girl schiacciamaschi.
Abbiamo il capitano militare che, però, non è il figo cowboy risolviproblemi di cui l'eroina si innamora.
Poi abbiamo il comprimario pasticcione, che non ha lo stesso ruolo che nei film americani, ma, per assurdo, è più in sintonia e d'aiuto all'eroina, rispetto al capitano militare.
In più, in questo film i problemi vengono risolti coralmente, con l'aiuto di tutti i (pochi) personaggi. Tutti loro hanno uno scopo, che aiuta a trovare la soluzione al problema.
Devo dire che i norvegesi, quando fanno film o serie TV, sembrano degli americani, ma con i piedi leggermente più per terra... non so se mi spiego.
Troll è un film perfetto per Netflix; è godibile, non è pesante e funziona.
Guardatelo, se vi va.
Saludos!
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sabato 13 giugno 2020
Dialogo - racconto horror
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foto presa da deviantart di cjheery. originale qui |
Pioveva
e Gianni e Luca parlavano del più e del meno, nella classe della vecchia scuola
elementare. Erano sdraiati sui banchi, che avevano coperto con un sacco a pelo,
e guardavano il soffitto, ridendo come scemi.
Pioveva.
Le gocce rigavano le finestre e lo scoppio dei tuoni attutiva il lamento dei
morti, là fuori. Erano tanti, i morti. Tutta la città era morta. Se ne stavano
in piedi, sotto l’acqua, a dondolarsi adagio e a lamentarsi con quel loro verso
straziante. Se sentivano l’odore di carne umana, però, si risvegliavano:
venivano percorsi da una scossa e ti si lanciavano contro. Erano stupidi, erano
come macchine progettate solo per mangiarti, punto e basta.
martedì 13 dicembre 2016
Zombi e porcellini d'india - racconto
C’era riuscito! Prese l’ipodermica e si iniettò il vaccino. Ebbe un capogiro e si sedette. Davanti a lui, i porcellini d’india lo guardavano con i loro occhi luccicanti di giaietto. Lui tirò fuori il cellulare e diede uno sguardo all’orologio. Vide la scritta “rete assente” e sospirò.
Poi
rovesciò gli occhi all’indietro e cadde.
Le
grida dei porcellini e un ringhio lo svegliarono. Aprì gli occhi e si trovò
davanti una scena raccapricciante: la dottoressa Di Lillo stava leccando le
viscere di un porcellino d’india dalla pelle, come se fosse un caco e la pelle
fosse la buccia, mentre ne teneva in mano un altro, che si agitava e squittiva.
giovedì 29 maggio 2014
L'anniversario - Tante storie di fantascienza
L’apocalisse
zombie iniziò quando uno scienziato in California mischiò il virus della rabbia
a un polpettone che aveva da giorni in frigo e diede da mangiare tutto al
gorilla del laboratorio. Dopo qualche ora, il gorilla cominciò a piangere
sangue, morì e resuscitò zombie. Lo scienziato, invece di tenerlo al sicuro in
una cella, fece una cosa idiota, tipo insegnargli la matematica. Il
gorilla-zombie di matematica non capì nulla e morse lo scienziato al braccio.
«Piango sangue e vorrei mangiare i miei figli.» lo scienziato cercò di ignorare
i sintomi per qualche ora, poi andò all’ospedale, e il dottore lo fece sedere
su una sedia. «Lei ha poco controllo motorio, interessante.» disse il dottore,
compilando un documento a caselline prestampate. «Dunque, apra la bocca e dica
“aaaaaaah”» lo zombie aprì la bocca e mangiò l’abbassalingua e il braccio del
dottore. Il dottore cominciò a girare per tutto l’ospedale, graffiando,
mordendo e vomitando sangue infetto su medici e pazienti.
Qualche
giorno dopo, sul Daily Times leggemmo
le rassicurazioni del governo. Poi ci fu l’edizione straordinaria e leggemmo
“Siete fottuti!”.
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martedì 27 maggio 2014
Megzom - Tante storie di fantascienza
Jen spinse il Boston
Whaler lontano dalla riva, verso il mare aperto. Si accese una sigaretta e
stappò una lattina di birra.
Controllò il riferimento
GPS che aveva tracciato ore prima, al passaggio del peschereccio giapponese.
Jen, che si era trovata
per caso in mare, aveva visto la grossa barca perdere una delle preziosissime
lenze a strascico. I giapponesi le usavano per pescare i tonni. Ma lei aveva
un’altra idea. Sorrise e sputacchiò birra, al pensiero di suo marito.
Burt Harrison,
australiano, enorme e biondo, l’aveva portata a Mahé nove anni prima. Pescava
squali ed era diventato proprietario di un piccolo cutter su cui faceva
lavorare un equipaggio di creoli.
C’erano stati anni di
abbondanza. Poi erano arrivati i giapponesi con le loro “tonnare volanti”
lunghe chilometri. Ed era finito tutto.
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lunedì 10 marzo 2014
Pescare nel bosco - racconto da un'idea di Stephen King
![]() |
questo fiume è davvero nel Maine :) |
Mi sono trovato a leggere qualche racconto della raccolta Tutto è fatidico di Stephen King e in particolare, mi è piaciuto L'uomo vestito di nero. E' scritto in prima persona, ambientato nel 1914 e narra dell'incontro col Diavolo da parte del protagonista, allora novenne.
Se leggete la postfazione al racconto, vedrete che Stephen King non lo credeva molto valido e non aveva nemmeno voglia di spedirlo all'editore. Poi, a pubblicazione avvenuta, il racconto ha avuto recensioni più che positive, sbalordendo lo stesso King.
Nel leggerlo, mi sono accorto di un colpo di scena mancato, di qualcosa che poteva esserci e avrebbe giovato parecchio alla storia. E' un'opinione personale.
Così ho scritto un mio racconto, ambientato sempre nel Maine Occidentale e con protagonista un bambino di nove anni.
Ci sono, però, molte cose che cambiano: chi incontra il bambino nel bosco non è il Diavolo e manca totalmente il riferimento al fratellino morto e all'ape.
Leggete L'uomo vestito di nero, se volete. E anche Pescare nel bosco.
martedì 18 dicembre 2012
Il luponario - un racconto
![]() |
oculus luponarii |
«Pa’.»
«Cu è? Chi c’è la fuori?»
«Aspetta … aspetta … sono … io.»
«Oddio santo!»
«La voce, la riconosci? Io
sono.»
«Salvuccio … Salvuccio … »
l’uomo non pianse vedendo il lupo.
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venerdì 14 dicembre 2012
Liver - a short zombie-story in English
-->
![]() |
that's kompot |
“Tabletki po-kolaci.” the Polish nurse handed to Marcello a
small plastic glass.
It was 2003, October.
Marcello had a car crash in the desert countrydise near
Saczow, Silesia, Poland. He had a femoral fracture and some minor damage to
internal organs.
They had already operated him once, in that small
post-soviet clinic of Bedzin, Silesia, Poland.
Why he was there was a long story.
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domenica 9 dicembre 2012
Ma i non-morti la pagano l'IMU?
![]() |
imu ooorti ca tieni |
Non morto, non-morto o nonomorto?
Io mi sono rotto e ho deciso di scriverlo con l'asterisco, così non*morto!
Ma che m*****a è un non*morto? E perché va tanto di moda oggigiorno?
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mercoledì 21 novembre 2012
L'isola delle ombre bianche - Daniele Imperi - Recensione
Avevo promesso a Daniele Imperi
di recensire questo suo racconto – Daniele è il creatore e curatore del sito pennablu.it – già dal 16 settembre.
Tra l'altro, andate a fare un giro sul suo blog perché è molto interessante!
Cominciamo!
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venerdì 21 settembre 2012
Vedi N. e poi muori
Le Vele, Scampia,
Napoli.
Carmine immerse il braccio nel catino d’acqua.
Gliel’aveva preparato zia Maria, la maga. La zia lo guardava dietro gli
occhiali scuri; aveva una coda di cavallo nera come il buio e un crocifisso
d’oro al collo.
L’acqua era torbida. Carmine non sapeva cosa ci avesse
messo la zia. Non lo doveva sapere o c’era il rischio che la magia non
funzionasse.
Maria gli mise una mano sulla fronte e ce la tenne. La mano
era ruvida, piena di calli.
Dal ballatoio si srotolarono le spire d’una canzone
neomelodica.
Ci fu una raffica di fucile automatico.
«I uaglioni
giocano!» commentò Maria. Aveva una voce profonda come il suono del vento.
Carmine scosse la testa. I uaglioni giocano,
pensò. Come facevo io.
Era stato quanto tempo fa? Il giorno appresso.
Sembra una vita,
pensò.
lunedì 20 agosto 2012
Gli spettatori
Il rombo dell’F-35 precipitò come un tuono senza fine
sulle teste dei bagnanti ancor prima che l’aereo comparisse alla vista. Il
pilota diede uno sguardo al litorale: c’erano cale e calette gremite di gente e
ombrelloni colorati. Prima di virare verso Nord e sganciare una bomba atomica
su Bari, l’uomo pensò alla prossima licenza.
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