martedì 5 marzo 2013

Mi perdo in Porta Garibaldi e trovo Cosmolinea B-1

ecco io sono sceso dal davanti ...
Hola a Todos!

La settimana scorsa sono uscito dalla parte sbagliata del treno.
Un attimo, andiamo con ordine.
Prendo un treno che si ferma a Porta Garibaldi, dopodiché prendo il passante ferroviario. Un mio amico mi ha insegnato che, per evitare di attraversare tutta la stazione (e prendere il passante in tempo) dovrei uscire dalla testa del treno e dirigermi verso uno degli ultimi sottopassaggi; poi da lì sarei a cavallo, dopo due rampe di scale discendenti, mi troverei al binario sotterraneo, pronto a prendere il treno.


Beh, come dicevo, la settimana scorsa, invece di uscire dalla testa, sono uscito dalla coda del treno, ho seguito la massa - chissà a cosa pensavo - e mi sono ritrovato a dover attraversare tutta Milano Porta Garibaldi.
La cosa bella è che - oltre all'aver perso la coincidenza - ho visto una serie di murales bellissimi, che un giorno o l'altro dovrò fotografare e mettere su fb.

una foto dei murales trovata su internet
L'altra cosa bella è che ho visto un'edicola. Nella mia mente, "edicola" è uguale a "Urania" (o almeno lo era un tempo) e allora, mi sono detto: proviamo a vedere se c'è qualcosa di pregio.
Entro in edicola e vedo subito al volo un libro dalla copertina argentata con scritto su "Urania Millemondi" e sotto "Cosmolinea B-1"!


Raga! Era lui! Brown! Il mio amico Federico che mi chiama dall'al-di-là (scusate, scrivo al di là come farebbe Flavio Sabini).

--> chi è Flavio Sabini?

La prima chiamata da Brown l'ho ricevuta leggendo Sentinella, la seconda, a Rozzano, quando, nella libreria della mia ragazza, ho trovato una vecchissima edizione di Cosmolinea B-2, di cui vi ho parlato.
La terza, una settimana fa, in quella libreria sotterranea.

Mi piace, Brown: è il mio scrittore preferito di fantascienza. Si era specializzato nei racconti e ci metteva molto umorismo.
Come ho già detto in un post precedente, mi sono affezionato a Brown quando a scuola mi fecero leggere "Sentinella"; era su un libro di testo e aveva una bellissima illustrazione. Ricordo che la "sentinella" l'avevano immaginata come un soldato insettoide stretto al suo fucile, seduto su un asteroide o planetoide completamente spoglio sotto un cielo pieno di stelle.
C'era la componente dell'inganno - diciamo - al lettore, ergo: in Sentinella, fino alla fine, credi che il protagonista sia un soldato umano mandato a combattere nello spazio. partecipi al suo dolore e al suo disagio quando sai che è solo e lontano da casa. ti intristisci quando sai che il sole che gli splende sulla testa non è il suo (e quindi, il tuo).

Poi vedi arrivare il nemico e ti impaurisci, ti preoccupi per la Sentinella. E alla fine scopri che il nemico ha due braccia, due gambe e la pelle rosa.
Dunque il nemico sei tu, è la tua specie. La sentinella è un alieno.
Beh, grande Brown!
Dopo di lui, scrivere con questo artificio è diventato semplice e molti lo fanno, perché, come disse qualcuno (credo Bukowski, ma non ci giurerei e infatti non metto le virgolette) lo scrittore è un ladro di idee.

Beh, che dire? Brown mi ricorda un po' Bukowski (che non mi piace) perché i suoi personaggi sono sempre avvinazzati, trincano whisky, parlano a vanvera, fanno lavoracci e incasinano tutto. Diciamo che Bukowski scriveva storie autobiografiche fini a se stesse e quindi - a mio parere - noiose, mentre Brown le scrive per far lavorare il nostro cervello con i "se" e i "ma" della fantascienza, "se" e "ma" che se fossero eviscerati da protagonisti bacchettoni, sarebbero noiosi e cervellotici.
"se" e "ma" che, messi in bocca agli avvinazzati di Brown, diventano uno spettacolo imperdibile.

Ad ogni buon conto (che in inglese sarebbe "to every good count"?) vi parlo di Arena!

in quest'immagine c'è un uomo nudo che con una lancia minaccia una palla rossa di pvc piena di quelli che sembrano buchi di culo e tentacoli
Arena è un racconto del 1944.
Bob Carson è un pilota terrestre nella guerra fra questi ultimi e gli invasori. I terrestri non hanno mai visto dal vivo un invasore, ma hanno capito che devono annientarli se vogliono continuare a prosperare nel loro sistema.
Beh, Carson, mentre sta inseguendo un piccolo razzo invasore, precipita su quello che crede un pianeta (non segnato sulle carte stellari) perde conoscenza e si sveglia su un letto di sabbia azzurra, sotto un cielo azzurro con un sole caldissimo, aria secca, circondato da arbusti e arboscelli azzurri e sassi simili a selce. Carson è nudo come mamma l'ha fatto.
il panorama è circondato da una barriera invisibile, una vera e propria cupola, diciamo.
Se, però, Carson guarda davanti a sè, vede una sfera rossa. E' l'unica nota diversa nel panorama distendi-occhi. La sfera rossa.
Ad un tratto, una voce parla nella testa di Carson e gli dice di essere il pianeta su cui è precipitato, che poi non è un pianeta, ma un'entità aliena evoluta. Tale entità ha studiato la guerra fra terrestri e invasori e ha capito che, facendola continuare, una delle due specie andrebbe distrutta e l'altra ne uscirebbe così malconcia da regredire a uno stato barbarico.
Se, invece, una delle due specie venisse annientata completamente senza combattere, l'altra riuscirebbe, con gli anni, ad evolversi e ad arrivare, forse, a uno stadio simile a quello dell'entità-pianeta.
Dunque l'alieno ha messo Carson - nudo - e un invasore - la sfera rossa - in questa arena, ovvero un ambiente ostile per entrambi. Essi devono combattere l'uno contro l'altro, senza armi e senza limiti di tempo.
La specie del perdente verrà annientata, cancellata.

Questa è la - a mio parere - bellissima trama di "Arena".
Arena è il mio racconto preferito fra quelli di Brown.
Io adoro le storie dove il protagonista è senza mezzi in un ambiente ostile e deve usare l'intelligenza per costruire oggetti ricavandoli dalla materia locale e per risolvere varie situazioni.
Un esempio bellissimo è il film "Il Volo della Fenice" diretto da Robert Aldrich nel 1965 (è stato fatto un remake nel 2004 con Dennis Quaid come protagonista).
Il citare Dennis Quaid mi ricorda un altro bellissimo film, "Il Mio Nemico" diretto da Wolfgang Petersen nel 1985 e tratto dal romanzo breve "Mio Caro Nemico" del 1979 di Barry Longyear.
Ci sono analogie tra "Mio Caro Nemico" e "Arena".

bellissimo 'sto film! cercatelo, raga!
Molte di più ce ne sono tra il racconto di Brown e l'episodio, andato in onda il 19 Gennaio 1967, di Star Trek prima stagione, intitolato "Arena".
Durante l'episodio, il destino dell'Enterprise e del vascello alieno comandato dalla specie dei Gorn (rettili umanoidi) verrà deciso dall'esito della battaglia fra il capitano Kirk e il capitano dei Gorn. Arbitri imparziali dello scontro saranno i Metron, una razza più evoluta di umani e gorn.
Leggo, da Wikipedia, che Gene Coon - colui che scrisse l'episodio - essendosi accorto che lo script era quasi uguale ad Arena di Brown, contattò lo stesso Brown offrendogli un buon prezzo per "comprare" la storia (ovvero Arena) - infatti nei credits appare proprio Brown come scrittore - non sapendo, Brown, che la storia era già stata bella che scritta da Coon.

ti amo! baciami!
Dell'Arena di Brown ho trovato una bella versione a fumetti. Bob Carson qui è più o meno come me lo immaginavo, a parte il fatto che indossa dei boxer bordeaux e non è nudo come nella storia originale, il ché mi fa sorridere di fronte alla censura e al buonismo americani. L'invasore, invece, non è una sfera rossa - uff era così bello! - ma una specie di rettile-sfera orrendo. Va beh!

minchia i boxer di Bob Carson ... cioé, boh!
E' stato proprio Arena a mettermi in testa di scrivere una storia dove un poveraccio x deve cercare di sopravvivere con ciò che gli offre la natura.
Beh, la storia in questione non l'ho ancora scritta, ma ho un sacco di idee ;)


Saludos!

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