Sarò breve e scriverò in maniera moderatamente caotica. Raga,
vi dico questo: io non compro un libro da… boh, saranno due anni sicuri… e coi
libri sono diventato mooolto mooolto rompicoglioni, tipo che (eh, il mio
italiano!) ne apro uno, leggo due righe, chiudo e dico “minchia che merda” e
così via fino a che non esco dalla libreria dicendomi che forse non mi piace
più leggere, ecco. Allora che faccio? Rileggo roba che ho in casa o che ha in
casa mio padre. Lui, prima di leggere solo prontuari di diritto sindacale (che
cominciano ad affascinare pure me) divorava Urania, Fantapocket, libri d’orrore,
fanta-erotici, fantascienza, qualcosina di splatter, prime serie di Star Trek
in bianco e nero (mi ricordo ancora un alieno a forma di lavatrice… ero molto
piccolo). Quindi, rileggo ’sta roba qua. Oppure i libri sbilenchi che mi regala
mia sorella, tipo “Il karma della mucca innamorata” o “Armi, acciaio e malattie”.
Oppure i libri che mi presta il socio.
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lunedì 9 giugno 2014
Godbreaker - Luca Tarenzi - recensione
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martedì 12 novembre 2013
S.G.C. (ovvero sti gran cazzi)
Ma quant'è figo Henry Faber!, pensai la prima volta che vidi il film Eye of the Needle, tratto da Storm Island di Ken Follett.
L'Henry Faber del film è interpretato da Donald Sutherland, ed è un uomo snello, molto fine, con baffi ben curati e occhi azzurri belli e espressivi. Ha un portamento perfetto, è calmo e educato. Come quello del libro, è un assassino. Una spia tedesca.
Innamorato del personaggio, mentre ero alla Rassegna della Microeditoria di Chiari (BS), dopo aver completato un altro capitolo della traduzione di un bel libro che comincia per "L" e finisce per "mancer" (e questa volta la traduzione la faccio io e non la delego a terzi) mi sono messo a fare un esercizio di scrittura dei miei, ossia: ho aperto un foglio word e mi sono messo a scrivere. Ovviamente, avendo in mente Faber, la storia è risultata una specie di Storm Island dove le spie della Seconda Guerra Mondiale combattono, però, con la magia. Uau, che novità!
Allora. scrivo due capitoli al volo e Stefano Tevini, che è uno dei nostri autori, mi chiede: "Che scrivi? Ancora la traduzione?" gli faccio: "Ma no. Un esercizio, una cazzata." lui prende, legge e mi fa:
"Ben scritto. Ma c'è davvero bisogno di una cosa del genere?"
Ecco la domanda.
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