Visualizzazione post con etichetta West. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta West. Mostra tutti i post

venerdì 19 dicembre 2014

Attento Trinità... arrivano i vampiri! - Moreno Pavanello - Recensione





Questa è la copertina di Attento Trinità... Arrivano i vampiri! di Moreno Pavanello. L'ho letto oggi tutto d'un fiato e l'ho trovato gradevole, scritto bene, sceneggiato bene e con una trama buona, logica e ben costruita.
Sapete che quando devo dire che una cosa fa cagare, lo dico; quando devo dire che un lavoro è fatto bene, lo dico.
Non ho mai letto un romanzo del Moro e non so come scriverebbe se si cimentasse in un testo lungo, ma posso dire che i suoi racconti hanno sempre il ritmo giusto e sono bene azzeccati. In più, ogni tanto, usa degli stili narrativi interessanti, come quello in Everglades, incluso nell'antologia Storie di Frontiera 1 del sito Farwest.

domenica 22 giugno 2014

Un botto di cavalli selvaggi! - recensione/articolo di Everglades di Moreno Pavanello

proprio un botto!


Cari figlioli, questo è un articolo/recensione per il racconto Everglades di Moreno Pavanello.

Partiamo adagio...

Il Moro ha scritto questo racconto per partecipare all'antologia Storie di Frontiera 1 edita dal sito www.farwest.it; ho partecipato anch'io, ma il mio racconto non è stato incluso nella prima antologia... credo sarà messo nella prossima, ma non me la prendo (sarei uno stupido a fare il contrario) e, anzi, sono felice, perché non era assolutamente all'altezza di un lavoro tanto ben fatto e originale come Everglades.

giovedì 6 febbraio 2014

A bootleg liquor-powered android - Tante storie di fantascienza




Guidava da quattro ore bevendo caffè, quando vide il ranch nel deserto. L’ultima invenzione era produrre il whisky in Messico e scaricarlo lì. C’erano tre furgoni e dei cavalli. Non che Ames fosse uno sbirro o baciasse il culo alle “sorelle della temperanza”. Stava seguendo una traccia e sperava che fosse la volta buona.
Guidò la macchina fra i cespugli e giù per una duna, a ridosso di un canyon. Afferrò il mitra e risalì la scarpata. Se sbirri e federali l’avessero beccato con quel ferro in pugno… beh, c’era la gattabuia a Florence. Doveva andarci coi piedi di piombo ed eliminare ogni traccia.
Si avvicinò al ranch da nord. Le ombre erano lunghe.
Poco più in là, dei tizi fumavano e scaricavano casse in uno dei furgoni. Forse avrebbero riempito solo quello, usando gli altri come specchietto per le allodole.
I veicoli erano tutti uguali. Sulla fiancata c’era scritto “servizio postale degli Stati Uniti”. Non sapeva come avrebbero fatto ad abbattere i costi di trasporto. Il liquore, sicuro, era distillato da robaccia messicana e venduto oltreconfine per pochi centesimi o addirittura, per niente. Magari c’era un accordo con gli sbirri di frontiera e questi chiudevano un occhio sul viavai da Nogales.
Si avvicinò. Oltrepassò i recinti e si nascose dietro un abbeveratoio. Sopra di lui correvano i fili del telegrafo e i pali della luce elettrica.

martedì 4 febbraio 2014

Deadwood, 1885 - racconto western

un bel disegno di TheGeef che rappresenta Al Swearengen, interpretato dall'attore Ian McShane nella fiction "Deadwood". Trovate l'originale qui.



«Gesù Cristo, Percy! C’è un uomo qui!» le urla di Caradog Pritcher svegliarono il vicesceriffo Percy Withmore e gli fecero impugnare la pistola. Caradog era un duro minatore gallese: non avrebbe mai urlato senza motivo, non a quel modo.
Percy scrutò la cella alla luce della sua lampada ad olio. «Signor Pritcher?» chiamò, alzandosi.
Sentì qualcuno che mugugnava qualcosa e si allarmò. «Signor Pritcher!» ripeté.
«Percy, brutto idiota! Sbrigati e apri la cella.»
Il sospetto si fece strada nel cervello del vice, mentre la lampada sgranocchiava le ombre.
«Signor Pritcher, non mi prenda in giro.» azzardò Percy. «C’è un uomo, ti dico!» sbraitò l’altro. «Qui, legato e imbavagliato, davanti a me.» aggiunse.
«E prima non c’era?» domandò il vice. «Cristo Santo, Percy Withmore! Fammi uscire.» disse il gallese.
Ora, il vicesceriffo si trovava davanti alla cella. La luce si posò sopra un uomo seduto su una sedia, legato mani e piedi e imbavagliato. Un uomo vestito in maniera strana, con una specie di tuta da minatore completamente arancione.
«Un negro.» disse Percy, guardando il cranio lucido e scuro. L’uomo aveva gli occhi stretti per via della luce e mugugnava qualcosa.
«Mi credi adesso?» domandò Caradog. Percy deglutì e una goccia di sudore gli scivolò fra i peli della barba. «Sarà meglio chiamare lo sceriffo.» disse.
«Ehi, bastardo! Non mi lasciare con questo tizio! È apparso dal nulla, ti dico.» sbraitò il gallese.
Ma Percy Withmore si precipitò fuori, con una mano sul cappello e la lampada in pugno gridando: «Sceriffo!»

sabato 14 settembre 2013

Una grossa pepita d'oro - Tante storie di fantascienza


«Si dice che il vecchio Francis lassù abbia trovato qualcosa.» tutti pensarono all’oro e Greedy Mule s’affrettò a rispondere:
«Nah… lui cerca il filone principale, quel pazzo, ma non è di quello che parla la gente.»
«E di cosa?» Talverston schiacciò una pulce che aveva preso dalla barba.
«Sia dannato se lo so.» Greedy batté il bicchiere vuoto sul tavolo e alzò due dita, senza nemmeno guardare il barista.
«Non posso più farti credito Johnson.» disse il barista, versandogli però un bicchierino.
«Tutte le volte la stessa storia!»
«Però ci guadagni sempre un bicchiere, Tector!» ridacchiò Talverston.
Tector Johnson, alias Greedy Mule, alzò il “calice”: «Alla salute!» disse.
E guardò ciascuno dei presenti con un’occhiata carica di male.

sabato 30 marzo 2013

Perché l'hai fatto? - ovvero: come ho scritto "Il castello di Don Manuel"


Che dire?

Ci sono tra di voi amanti dei western? No?
Tutti casa, chiesa, manga, nerd e geek? (sì, sì, robot d'acciaio). Ma che c***o vorrà ddi' poi 'sto geek?
Ah, questo non è un easter egg: mado' sta definizione non la sopporto!
Non è un ovo de pasqua!

Conoscete gente come Louis L'Amour o Zane Grey?
Non ve ne faccio una colpa! Anzi, vi do l'opportunità di conoscerli attraverso quei link lì.

Louis L'Amour
Come mi succede spesso, quando penso di scrivere una storia (e come voi scrittori anche io sento il bisogno di scrivere in ogni momento) e mi fisso su un genere, mi metto a fare ricerche su ricerche, studio le possibili trame, faccio bozze mentali dei personaggi, finché:

A: scrivo una cagata
B: mi va in fumo il cervello

venerdì 29 marzo 2013

epilogo - Il castello di Don Manuel - miniserie western






epilogo.      La resa dei conti
C’era una scala a sud e, più in là, un carro di fieno. Seth avrebbe potuto usare una o l’altro per scendere, ma si sarebbe trovato allo stesso livello dei rurales e con una gamba malandata, in più.
L’ideale era calarsi sul tetto di una delle baracche di legno e da lì sfoltire i ranghi nemici.
Da fuori, sentì arrivare dei cavalli al galoppo. La maggior parte degli uomini si spostò verso l’ingresso per andare a vedere.
Solo i due sulla scala stringevano le pistole, cercandolo con lo sguardo.

giovedì 28 marzo 2013

4. Il castello di Don Manuel - miniserie western







4.      Il castello di Don Manuel
Quelle rocce le aveva messe il Buon Dio per nascondere un uomo.
Erano lì da miliardi di anni; avevano visto gli oceani, la vita, la morte e il deserto. Ora brillavano per la luce della luna.
Sul carrizo scivolava l’odore dei cavalli e dei rurales. La notte portava le chiacchiere degli hombre.
Seth si sporse appena e studiò il “castello” da quell’angolazione. Era una piccola fortezza circondata da un muro di pietra al cui interno – gli aveva detto Ramirez – si trovavano degli edifici in legno e una casa padronale a due piani.
Don Manuel era in massima allerta: due uomini stavano di guardia al portone, chiuso. Sui camminamenti del muro, Seth vide la luce di un sigaro.

mercoledì 27 marzo 2013

3. Il castello di Don Manuel - miniserie western







3.      Ciudad Saguaro.
Seth mise l’ultima pallottola e chiuse il tamburo della pistola. Era una Colt Navy col calcio pieno di tacche. Il gringo ne contò nove per l’esattezza. Forse erano i peon che quel bastardo di Esteban aveva ammazzato.
All’alba lasciarono i cadaveri agli avvoltoi e presero due cavalli.
«Sapete usare il fucile?» domandò Seth a Esmeralda. Ella annuì. Seth le passò un fucile; tenne per sé la doppietta (ormai scarica) e un altro fucile. In tutto avevano sedici colpi.
E due coltelli.
«Ciudad Saguaro è laggiù,» disse Esmeralda a Seth, indicandogli il sole.

martedì 26 marzo 2013

2. Il castello di Don Manuel - miniserie western







2.      Bienvenida a casa!
La hachienda si materializzò come un’aurora boreale bianca. Seth e Esmeralda stavano superando un piccolo barrial quando videro le mura.
Era tutto stranamente silenzioso, come se là dentro non si aspettassero un assalto di Don Manuel.
Seth mandò a mente la grande casa colonica, gli alberi rinsecchiti con fiori color magnolia e il piccolo campanile dipinto di bianco.
Giudicò la hacienda costruita a modo dal punto di vista strategico. Sicuramente meglio della banca di Abilene che aveva rapinato.
Poi vide i battenti del portale divelti e sgranò gli occhi.

1. Il castello di Don Manuel - miniserie western




"La Calma" di Harper Jaten. Originale reperibile qui



1.      La señorita in pericolo
Abilene era lontana quattrocento miglia e due cavalli. Seth Corbin aveva sparato all’ultimo dalle parti di Odessa. Quello sui cui era in sella aveva bisogno d’acqua e riposo.
Il sole affondò nel cielo lasciando come un incendio laggiù, verso la California. Seth guardò le ombre dei saguaro sdrucciolare diventando lunghe come uomini e sentì l’odore della terra e delle corone di carrizo.
Aveva bisogno d’un piatto di fagioli e due labbra rosse. Anche una pistola gli avrebbe fatto comodo. Alla cintura aveva un coltello da scotennatore.
Il cavallo stronfiò e nitrì, fiutando l’aria. Subito dopo, Seth sentì un urlo breve, rabbioso, femminile.